Gazzetta di Reggio

Reggio Emilia

Recuperata la preziosa lettera inviata dal duca d’Este all’Ariosto

Luciano Salsi
Recuperata la preziosa lettera inviata dal duca d’Este all’Ariosto

La missiva prima sequestrata poi riconsegnata all'Archivio di Stato di Massa 

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Reggio Emilia È partito dall'Archivio di Stato di Modena il lavoro di squadra che ha consentito di recuperare una preziosa lettera inviata il 23 febbraio 1524 da Alfonso I duca d’Este al poeta Ludovico Ariosto, che egli aveva nominato due anni prima commissario generale, cioè governatore della Garfagnana, allora inclusa nei domini estensi insieme ai territori di Ferrara, Modena e Reggio. Un anno fa Lorenza Iannacci, che dirige l'Archivio di Modena dal novembre 2021 dopo esservi approdata nel 2018, ricevette una telefonata da un antiquario di Verona che le proponeva l'acquisto di quel documento. «Allora – riferisce la direttrice – mi misi in contatto con Francesca Nepori, direttrice dell'Archivio di Stato di Massa che conservava 117 lettere inviate da Alfonso I all'Ariosto meno quella mancante, mentre quello di Modena completa la corrispondenza con un centinaio di lettere spedite dal poeta. Quindi informammo la Soprintendenza veneta e il Nucleo dei Carabinieri per la tutela del Patrimonio culturale di Venezia competenti per territorio. Ebbe inizio una indagine molto avvincente, riuscita con assoluta certezza grazie all'inventariazione e alla numerazione dell'intero carteggio».

La lettera, che per legge appartiene al patrimonio dello Stato, era scomparsa cinquanta o sessant'anni fa. È stata sequestrata in seguito all'inchiesta avviata dalla Procura di Verona. Gli studiosi l'hanno riconosciuta senza alcun dubbio. Lo scorso giovedì è stata restituita all'Archivio di Massa dal colonnello Americo Di Pirro, comandante dei Carabinieri della città toscana, in presenza di studenti massesi e di Andrea Tagliasacchi, sindaco di Castelnuovo Garfagnana.

«Si tratta – spiega la dottoressa Iannacci – di un bifoglio con tre pagine scritte nella lingua italiana del Rinascimento in un bellissimo corsivo su carta filigranata. Fu vergata dal segretario del duca, che vi appose la firma autografa. Il suo valore antiquario è controverso, perché dipende dall'inserimento nel contesto. Lo si può stimare fra 16 e 20mila euro». Ariosto governò con saggezza la Garfagnana dal 1522 al 1525. Quello era un territorio ribelle, infestato da briganti e sobillato da signorotti locali. Nella lettera ritrovata il duca parla dell'amministrazione della giustizia e risponde alle osservazioni manifestategli dal suo commissario. Mostra l'intenzione di reagire alle provocazioni e conforta l'Ariosto ampliando i suoi poteri e confermandogli la piena fiducia. Nel 1598 gli Este furono costretti a devolvere, cioè a cedere Ferrara allo stato della Chiesa di cui erano vassalli. Il duca Cesare si trasferì a Modena, portando con sé le opere d'arte e l'archivio comprendente anche le lettere spedite dall'Ariosto. La Garfagnana rimase in gran parte estense fino all'unità d'Italia. Nel 1861 fu inclusa nella provincia di Massa. Perciò l'archivio di questa città ha ereditato, fra i documenti garfagnini, le missive inviate da Alfonso primo. Giovanni Sforza, direttore dell'Archivio di Stato massese dal 1887 al 1903, le catalogò accuratamente. In quella ritrovata compare la numerazione da lui assegnata e ciò ha consentito di individuarla con sicurezza, confrontandola anche con una pubblicazione in cui Sforza la cita.

«La sua riconsegna – ha detto il prefetto di Massa Guido Aprea – conferma il grande valore del lavoro di squadra compiuto per recuperare il documento, ma riveste anche un'importanza morale, perché restituisce al territorio una parte di storia e identità». È una storia che ci riguarda direttamente non solo perché Ludovico Ariosto era nato nella nostra città nel 1474 e gli fu cara la villa del Mauriziano appartenente alla famiglia materna, ma soprattutto perché contribuì a consolidare il rapporto di Modena e Reggio con quella porzione settentrionale della Toscana a noi strettamente legata per secoli. Ne è un epigono Vinicio Capossela, che è cresciuto artisticamente nel reggiano e l’anno scorso, nel cinquecentenario dell'insediamento del poeta a Castelnuovo Garfagnana, vi ha organizzato due giorni di spettacoli e incontri, partecipandovi insieme allo scrittore reggiano Ermanno Cavazzoni.l