Gazzetta di Reggio

Al Boiardo “Nel tempo che ci resta”, l’elegia per Falcone e Borsellino

Adriano Arati
Al Boiardo “Nel tempo che ci resta”, l’elegia per Falcone e Borsellino

I fantasmi delle vittime di mafia tornano accompagnati da César Brie. Appuntamento stasera alle 21

28 marzo 2023
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Scandiano Tornano i fantasmi delle vittime della mafia, accompagnati da uno dei grandi nomi del teatro contemporaneo, l’argentino César Brie. Questa sera alle ore 21 al cinema teatro Boiardo di Scandiano va in scena “Nel tempo che ci resta”: elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per ricordare le vittime innocenti di mafia che vedrà sul palco lo stesso Brie con Marco Colombo Bolla, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile. La scenografia, spoglia, porterà in Sicilia, precisamente a Villagrazia di Carini, in un cantiere abbandonato dove si ritroveranno gli spettri di Falcone e della compagna, di Borsellino e della moglie e quello del più importante pentito di mafia, Tommaso Buscetta. L’obiettivo, racconta Brie, era allestire un lavoro basato su un «linguaggio che fosse da un lato rispettoso delle informazioni e dall’altro una commemorazione a queste due figure. E che servisse ai giovani per capire cosa è stata in quell’istante l’Italia e quali sono conseguenze odierne. Le anime che tornano servono a inframezzare la vita personale, quel viaggio fra due mondi di persone che non erano eroi, erano coerenti con sé stesse». Villagrazia non è un luogo qualunque ma è stata a lungo luogo di vacanze dei due magistrati. Da lì parti Borsellino il giorno della sua morte in via D’Amelio. Con loro, Buscetta, «il testimone che ha permesso loro di sconfiggere una stagione criminale atroce. Torniamo al percorso che ha portato a quelle uccisioni, orchestrate da servizi segreti deviati, e torniamo alla trattativa, al depistaggio». E proprio Buscetta diventa il Caronte di quelli anni. «All’epoca, quando ha parlato, nessuno ha mai trovato un errore, lui si è rifiutato di parlare di politica. L’ha tirata fuori solo dopo la morte di Falcone, per la prima volta allora nomina Andreotti. Buscetta verrà screditato, ma Andreotti è stato condannato, solo che nel frattempo il reato è stato prescritto», ricorda Brie. «Lui è stato il primo ad essere ritenuto affidabile, è lui che fa capire a Falcone il modo in cui si muove la mafia. Lui ne aveva fatto parte, da ragazzino aveva partecipato alla riunione in cui la mafia americana spiegava a quella italiana come organizzarsi per non farsi fermare. Non era una figura assetata di potere, non era visto come un rivale, era un grande donnaiolo e un consigliere ascoltato da tutti». Un memorandum di come la mafia non sia solo pallottole. «Il miglior esempio di quello che mafia è diventata è Matteo Messina Denaro, un killer spietato e un uomo coltissimo, che frequentava jet set. Oggi la mafia è sommersa, non è più violenta come all’epoca, quella era una deriva – prosegue Brie –. La mafia lavora sotto banco, da poco hanno commissariato per mafia il consiglio regionale valdostano, alla fine degli anni ’90 il 10% dei Comuni era commissariato. La Calcestruzzi di Gardini era infiltrata. Gli industriali di Tangentopoli parlavano di tutto tranne che della mafia, lo ricordava Di Pietro. E oggi è tornata ad essere sommersa, i mafiosi sono affaristi che riciclano, aprono ristoranti, pompe di benzina».

Mille possibili temi: «Avevo pensato di ricordare i giornalisti e i sindacalisti uccisi, le figure delle istituzioni morte. Sarebbe stato un elenco lunghissimo e ho scelto di concentrarmi su un aspetto ridotto, per evitare che l’informazione mangiasse la commozione». l

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