Nel cuore della Resistenza con “L’ultima notte a Montefiorino”
Si tratta di un racconto scritto da Matteo Manfredini e interpretato da Enrico Salimbeni con l’accompagnamento musicale di Ezio Bonicelli
Reggio Emilia Nel giugno del 1944 i partigiani cacciano i fascisti dalla rocca di Montefiorino, nel Modenese, e il 17 giugno nasce l’autoproclamata Repubblica partigiana di Montefiorino, che governa un fazzoletto di terra sugli Appennini tra Modena e Reggio.
È questo il contesto dello spettacolo “L’ultima notte a Montefiorino” che, dopo Bibbiano, andrà in scena domani (ore 20.30) al Teatro Asioli di Correggio. Si tratta di un racconto scritto da Matteo Manfredini e interpretato da Enrico Salimbeni con l’accompagnamento musicale di Ezio Bonicelli: «Si tratta di un racconto spettacolo in cui si parla né più né meno che della tragedia della guerra – spiega l’autore Matteo Manfredini – e nello specifico della guerra partigiana: in quanto anche chi l’ha combattuta dalla parte dei giusti ha dovuto uccidere e premere il grilletto... non è stata una semplice passeggiata sui monti. Anche chi non aveva mai sparato si è fatto delle domande...».
Lo spettacolo fa parte di “Materiale Resistente 23”, il programma di iniziative promosso da Comune di Correggio e Anpi per celebrare la Liberazione. L’hanno creato tre artisti nati e radicati nelle nostre montagne: Salimbeni – impegnato in cinema, tv e teatro, da “Radiofreccia” al recente “La California” – continua a risiedere nel nostro Appennino, così come Bonicelli che, dopo gli Ustmamò, si può comunque ascoltare con il suo violino o la chitarra nelle piccole orchestre dei Maggi o nella “band” di Giovanni Lindo Ferretti.
Manfredini, nonostante studi e lavori internazionali (è un funzionario del Parlamento europea a Bruxelles), continua a risiedere e raccontare storie delle nostre parti. «L’ultima notte a Montefiorino è la storia narrata in prima persona da un giovane che nel settembre del 1943, dopo l’armistizio, – puntualizza Manfredini – deve decidere cosa fare della propria vita. Prima si nasconde in una cantina e cerca di fuggire dalle sue responsabilità. Ma poi capisce l’importanza e l’ineluttabilità del dover fare delle scelte e sale sui monti. Si unisce così alle brigate partigiane, venendo risucchiato. Confrontato con la brutalità dei combattimenti, inizia un percorso introspettivo sulla violenza e sulla crudeltà di un presente a cui non è possibile sfuggire». L’attore Enrico Salimbeni, «bravissimo», sul palco si trasforma anche visivamente nel giovane partigiano, «in una “vestizione” che rende ogni minuto più drammatico e partecipato. Mentre Bonicelli con sonorizzazioni, violino, chitarra e canto, completa a mio avviso il coinvolgimento tra pubblico e interpreti in un’unica emozione condivisa».
In ogni caso a fare da sfondo al dramma del protagonista ci sono le vicende realmente accadute della Repubblica di Montefiorino: una striscia di terra sugli Appennini tra Modena e Reggio autoproclamatasi libera dal giogo nazifascista per più di un mese nell’estate del 1944. «L’ho scritto senza pensare al successo che da due anni lo accompagna – ribadisce Manfredini (autore anche di “Pari e patta. Storia di un tenore”, dedicato a Luciano Pavarotti) –. “L’ultima notte a Montefiorino” è uno spettacolo drammatico, perché vuole portare a un’introspezione profonda, alludendo a un presente rivolto a un passato che a sua volta si rivolge al futuro. Il protagonista del racconto è una sorta di antieroe. Non nasce con la voglia di emergere ma alla fine, sia gli eventi sia il condizionamento delle persone a lui care, lo portano a liberare la sua coscienza dall’indifferenza». Il 24 aprile lo spettacolo – la cui supervisione e messa in scena sono di Jacinthe Leclerc – andrà in scena al Teatro Boiardo di Scandiano. l
© RIPRODUZIONE RISERVATA