Circuito Off Fotografia Europea

Kabuki e dintorni, Vasco Ascolini ci svela i misteri e le magie del teatro

Kabuki e dintorni, Vasco Ascolini ci svela i misteri e le magie del teatro

L’omaggio al grande fotografo reggiano alla Galleria 13

03 maggio 2023
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Reggio Emilia Dopo il meraviglioso incontro con Michael Kenna e la sua ricca esposizione fotografica, la Galleria 13 ospita, nell’ambito del Circuito Off di Fotografia Europea in via Roma, la mostra “Vasco Ascolini - Tesoro Vivente” che affronta un tema molto particolare del lavoro dell’artista, tornando indietro agli anni ‘70/’80 quando era fotografo ufficiale del Teatro Valli e ha avuto modo di fotografare le performance dei migliori artisti del periodo. Con il suo inconfondibile bianco e nero Vasco Ascolini ci porta all’interno delle arti del teatro tradizionale giapponese, in particolare del Kabuki e dei suoi segreti, passando poi per le incredibili performance di Marcel Marceau e le provocanti messe in scena al limite del grottesco di Lindsay Kemp.

Nel 1981, durante i suoi anni d’oro, il teatro Valli ospitò una delle più famose compagnie di teatro tradizionale giapponese che fece tappa a Reggio Emilia durante il suo tour mondiale e mise in scena il Kabuki oltre a varie arti giapponesi come il teatro delle marionette.

Ascolini fu uno dei pochi privilegiati ad avere il permesso dal capo della compagnia,il famoso Ennosuke terzo, di poter scattare fotografie dalla preparazione degli attori nei camerini, alle prove dove potè salire sul palco per immortalare gli artisti dalla distanza di pochi metri, fino allo spettacolo vero e proprio. In particolare fotografò uno dei personaggi più caratteristici del Kabuki, l’Onnagata, un attore maschio che interpretava il ruolo femminile poiché nel kabuki tradizionale è vietato alle donne di esibirsi. «Chiesi il permesso di fotografare da vicino l’Onnagata e lo ottenni: l’Onnagata che recitava a Reggio era il quarto o il quinto della sua famiglia che interpretava quel ruolo, tramandato di generazione in generazione. Mi recai nel suo camerino; lui arrivò e subito notai che non aveva nulla di ambiguo. Entrò la truccatrice, lui si tirò giù il kimono e lei cominciò a stendergli la biacca bianca sul volto e sulla nuca; terminato il suo compito, lei uscì. A poca distanza da lui, che se ne stava davanti a uno specchio, misi l’obbiettivo di 85 mm, e mentre lui si truccava e iniziava la metamorfosi da uomo a donna, io lo fotografai ripetutamente. Nel tipo di inquadratura volli restituire l’ambiguità che noi associamo alla figura femminile, che sempre ci intriga e spesso ci sfugge».

Oltre a questi scatti, sono esposte in mostra anche una serie di fotografie che ritraggono due famosi mimi e attori, Marcel Marceau e Lindsay Kemp con la sua compagnia Flowers. Marceau era già uno dei mimi più famosi del mondo quando fu invitato dal governo giapponese a ritirare un prestigioso premio chiamato “Tesoro Vivente”, che i giapponesi riservano solo ai migliori artisti. Marcel Marceau si recò in Giappone per ritirare il premio e lì restò per un anno imparando e approfondendo l’arte del Kabuki. Quando tornò a Parigi il suo personaggio mutò e aggiunse la sua famosa maschera bianca; fece moltissimi stage per mimi includendo quello che aveva imparato nell’estremo oriente. A questi laboratori parigini partecipò anche Lindsay Kemp che nel 1979 si esibì a Reggio Emilia con la sua compagnia e mise in scena lo spettacolo Flowers, che con le sue grottesce maschere bianche e la violenta provocazione della messa in scena quasi pornografica scatenarono polemiche e indignazione pubblica.