Gazzetta di Reggio

Ghizzardi e gli inediti manoscritti: «Sono un canto quasi sciamanico»

Tiziano Soresina
Ghizzardi e gli inediti manoscritti: «Sono un canto quasi sciamanico»

I sei “Libri universali” degli anni ’80 allo studio della linguista Sorrentino

05 giugno 2023
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Boretto L’anno in corso si sta rivelando molto proficuo per Pietro Ghizzardi e la Casa Museo che si spende per la promozione, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio artistico e letterario del pittore-scrittore.

È infatti in atto una riflessione che spazia dalla vicenda biografica (l’artista borettese, esponente dell’art brut, è scomparso a ottant’anni nel 1986) sino ad alcuni aspetti della sua pittura e scrittura (su quest’ultimo versante si sono focalizzati gli studi sui manoscritti inediti noti come “Libri universali”).

Di tutto ciò se ne parlerà a Roma – mercoledì dalle 19 a Sic.12 Artstudio, in via Francesco Negri 63/65 – nell’ambito della mostra “Corpo ricorsa. L’art brut nella collezione Giacosa-Ferraiuolo” in cui è esposta un’opera di Ghizzardi e sono presenti alcuni contributi audio dell’archivio storico della Casa Museo. L’incontro è a cura di Giulia Morelli Ghizzardi e Gustavo Giacosa. Nel corso della serata verrà proiettato il documentario del 1965 (“Ghizzardi pittore contadino”) con la regia di Michele Gandin e il commento di Leonardo Sinisgalli.

Questo appuntamento si colloca in una fase in cui la linguista Sara Sorrentino sta studiando e trascrivendo i citati sei “Libri universali” compilati a metà degli anni Ottanta, in cui Ghizzardi alterna una pagina scritta ad una illustrata, riproducendo prevalentemente animali e soggetti umani immersi nella natura. «In una lingua ripetitiva e sincopata – fanno sapere dalla Casa Museo che conserva l’ampia produzione letteraria manoscritta e di non facile decifrazione – in cui la trasmissione del significato non è il primario interesse dell’autore, tesse il suo canto quasi sciamanico, attraverso il quale tenta di allontanare la morte».

La riproduzione anastatica di due pagine del manoscritto inedito “Il mio libro universale”, accompagnate dalla trascrizione di Sorrentino, sono apparse in anteprima sul nuovo numero della rivista d’arte contemporanea “La Foresta” (acquistabile online).

Da fine marzo la Casa Museo – si trova a Boretto, in via De Rossi 27/b – fa parte delle 52 strutture riconosciute dall’assessorato alla Cultura della Regione. «Questo riconoscimento istituzionale – commentano Lucia Ghizzardi e Giulia Morelli Ghizzardi, madre e figlia nonché rappresentanti della Casa Museo – ha per noi un enorme valore simbolico, perché corona trent’anni di lavoro incessante, condotto spesso in quasi totale autonomia, talvolta in vera e propria solitudine, svolto nella convinzione profonda che l’eredità artistica di Pietro Ghizzardi meritasse attenzione, cura, diffusione». La Casa Museo Al Belvedere “Pietro Ghizzardi” ha sede nella casa in cui l’artista visse gli ultimi dieci anni della propria esistenza e conserva intatta l’atmosfera in cui l’artista trascorse i suoi giorni e creò, da metà anni Settanta sino alla morte. Era l’autunno 1992 quando Nives Pecchini Ghizzardi, nipote dell’artista, decise di aprire al pubblico la casa: da allora è visitabile tutto l’anno anno, ad ingresso gratuito, ed è gestita su base volontaria.

Di particolare rilevanza la catalogazione delle opere di Ghizzardi che la Casa Museo sta portando avanti: «La catalogazione è uno strumento fondamentale – viene rimarcato dalle due rappresentanti – per certificare l’autenticità delle opere e garantirne la tracciabilità, nonché documentarne e storicizzarne il percorso. Catalogare ed archiviare l’opera è un’azione imprescindibile per garantirne la vita e la valorizzazione, testimoniarne la storia e la rilevanza bibliografica e culturale». É in atto una precisa procedura: per appuntamento 340-5072384 o scrivere ad archivio@pietroghizzardi.com. Ghizzardi continua a lasciare il segno.l