L’impegno civile di Pippo Pollina dalla musica approda alla letteratura
Questa sera (ore 21) presenta al Binario 49 il suo primo romanzo “L’altro”
Reggio Emilia Una nuova strada per continuare il proprio racconto di impegno, poesia, narrazione.
Questa sera al Binario 49 di via Turri 49 a Reggio Emilia, il cantante e giornalista italo-svizzero Pippo Pollina presenterà il suo primo romanzo, “L’altro”, edito da Squilibri. L’appuntamento è alle 21 per un incontro con l’autore, in dialogo con Giovanni Mattia di Libera e affiancato dalle letture di Roberta Chiesi. L’ingresso è libero, la prenotazione è consigliata tramite messaggio WhatsApp al numero 347/5889449; il Binario 49 sarà aperto dalle 19.30 con possibilità di cenare con stuzzicheria, vino e birra.
Sarà l’occasione per conoscere questo inedito aspetto di Pollina, 60enne nato a Palermo, tra i fondatori di Agricantus e giovane giornalista de “I siciliani” di Giuseppe Fava, poi assassinato dalla mafia nel gennaio 1984. Il periodo in cui Pollina decide di lasciare l’Italia e di avviare un lungo giro dell’Europa, sino a trovare casa e una carriera in Svizzera. Da allora ha inciso 24 dischi, in cui la voglia di narrare vicende di grande impatto civile non è mai mancata. Adesso, è la volta di un romanzo. «Da tanto tempo volevo scrivere un romanzo, ho iniziato a ragionarne durante la pandemia, a pensare a un intreccio in cui le biografie dei protagonisti si incrociassero con quelle degli eventi», spiega.
“L’altro” racconta le vicende di un medico siciliano di Camporeale, paese in provincia di Palermo in cui è nato il padre di Pollina, e di un giornalista antimafia tedesco. È un pezzo della vita di Pollina?
«No, capisco il senso della domanda, sono temi che affronto da sempre ma questo non è un lavoro biografico, racconto le vite di due persone che viaggiano in parallelo mentre il mondo cambia».
Ma vi è il dialogo tra il privato e il globale, no?
«Il principio era proprio questo, il contesto generale influenza le vite individuali, quello che accade attorno a noi incide su ciò che facciamo, sulle nostre scelte, a volte in un modo a volte in un altro. E i grandi eventi lo fanno».
Lei è un siciliano emigrato in Svizzera, per certi versi, oggi in Italia si parla della gestione dei migranti appaltata all’Albania...
«Vi sono fenomeni e movimenti che non possono essere fermati e che vi saranno sempre, al mondo, questo è uno di quei casi, quello delle migrazioni non è un tema che riguarda solo un periodo storico».
Lei è un nome noto a livello europeo per la musica. La letteratura è un mondo nuovo. Ha già avuto riscontri, dal suo pubblico?
«La versione italiana del romanzo esce in questi giorni, quella di Reggio è una delle prime date di un tour fitto di presentazioni che porterò avanti sino a dicembre in tutta Italia, sono curioso delle reazioni. In lingua tedesca è già uscito e ho avuto tanti apprezzamenti, ora stiamo ragionando anche sulla traduzione in francese».
Curiosità inevitabile. Ma alle presentazioni le chiedono anche di suonare?
«Il problema non si pone, ho sempre con me la chitarra e la presentazione prevede che io esegua alcuni brani, uno nuovo, che dovrebbe uscire nel prossimo album».
La musica rimane la sua casa. E la letteratura?
«Vedremo come va con “L’altro” e soprattutto dovrò capire se sarò in grado di mantenere il livello che ritengo necessario, se avrò qualcosa da dire in maniera efficace».