Gazzetta di Reggio

L’appuntamento

La locandiera sbarca al Teatro Ariosto reinterpretata da Latella

La locandiera sbarca al Teatro Ariosto reinterpretata da Latella

Stasera e domani Mirandolina è Sonia Bergamasco

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Reggio Emilia Oggi e domani (ore 21.30) va in scena al Teatro AriostoLa locandiera”, con la regia di Antonio Latella e con Sonia Bergamasco come protagonista, Mirandolina.

Mirandolina gestisce la locanda in cui sono ospitati il marchese di Forlimpopoli e il conte di Albafiorita, entrambi innamorati della donna. Arriva il cavaliere di Ripafratta che inizialmente maltratta Mirandolina, per poi innamorarsene grazie all’inganno di lei, che aveva nei suoi piani di conquistare e abbandonare l’uomo per rivalsa. Il cavaliere diventa sempre più allucinato e pericoloso e sul finale Mirandolina decide di sposare il fedele cameriere Fabrizio.

Il cast vede i due attori protagonisti in Sonia Bergamasco (Mirandolina) e Ludovico Fededegni (cavaliere di Ripafratta), che avevano già condiviso il palco in “Chi ha paura di Virginia Wolf” di Antonio Latella (stagione 2021-2022). Ortensia è interpretata da Marta Cortellazzo Wiel, il marchese di Forlimpopoli è Giovanni Franzoni, il conte di Albafiorita è Francesco Manetti, il cameriere Fabrizio è Valentino Villa, Dejanira è Marta Pizzigallo e Gabriele Pestilli interpreta il servitore.

A dirigerli, Antonio Latella. Uno dei più grandi protagonisti della scena teatrale contemporanea nazionale ed europea, è regista, drammaturgo e pedagogo (insegnante nelle più importanti scuole italiane di teatro). Nel corso della sua pluripremiata carriera, è stato direttore della Biennale di Venezia, settore teatro, dal 2017 al 2020.

“La locandiera” è una delle opere più note di Carlo Goldoni. Commediografo, scrittore, librettista e uno degli autori teatrali più noti e importanti della storia del teatro.

Scrittore prolifico che vanta una intensissima produzione artistica (tra le opere più note, “Il servitore di due padroni”, “La bottega del caffè”, “La locandiera”, “La trilogia della villeggiatura”, “I due gemelli veneziani”). È ideatore e portavoce dell’importante riforma teatrale “goldoniana”, uno dei primi ad allontanarsi dagli schemi della commedia dell’arte.

«Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo – dice Latella – un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto – continua il regista – Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti».

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