Gazzetta di Reggio

I La Crus ripartono da Reggio Emilia

Elisa Pederzoli
I La Crus ripartono da Reggio Emilia

Attesa reunion domani all’Ariosto nel doppio live con Benvegnù. «È un ritorno a casa. A inizio 2024 il nuovo album. Cccp? Che potenza»

24 novembre 2023
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Reggio Emilia Si riuniscono dopo 19 anni dall’ultimo disco. E lo fanno sul palco del teatro Ariosto. Una prima importantissima per i La Crus il doppio live – ad aprire la serata sarà Paolo Benvegnù – di domani sera nella cornice de “Il Rumore del Lutto”, il festival giunto alla sua XVII edizione, promosso da Segnali di Vita Aps, con la direzione artistica di Maria Angela Gelati e Marco Pipitone e realizzato in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, il contributo di Regione Emilia-Romagna e il sostegno di Croce Verde e Tecnica Press. «Mio padre era di San Polo, mio nonno di Scandiano, mia nonna di Albinea. Ho tanti ricordi di infanzia che mi legano a Reggio. Sono nato a Monza e mi sento fiero della mia milanesità, ma mi sento il cuore reggiano a tutti gli effetti. Mi fa tantissimo piacere che il primo concerto della nostra reunion sia qui».

È una sorta di ritorno a casa per Mauro Ermanno Giovanardi il concerto che riunisce il gruppo. E questo rende l’appuntamento di domani più speciale di quanto non lo sia già. Anche se non è mai stato un addio assoluto. «L’ultimo concerto live dei La Crus è al teatro degli Arcinboldi nel 2008. Poi, c’è stata una riapparizione a Sanremo nel 2011 voluta da Gianni Morandi.

«È successo come nei film» dice Giovanardi. «Gianni Morandi (ne era conduttore e direttore artistico, ndr) aveva saputo del nostro successo con tre pezzi al Premio Tenco, che si tiene sempre all’Ariston. Praticamente siamo nati lì e ci ha detto che sarebbe stato bello chiudere lì, anche se erano passati già due anni».

I La Crus andarono in scena con il brano “Io confesso” ed è il brano con cui tornano, questa volta impreziosito dalla collaborazione con Carmen Consoli. «Riprendiamo da dove avevamo chiuso – racconta – È una cosa molto bella dal punto di vista simbolico. La versione che è venuta fuori con Carmen è molto bella». Ma anche questa collaborazione ha radici lontane. Solo che ora è arrivato il momento giusto. «Era l’estate del 2010 e venne in studio a cantare “Io confesso”. Lei però a settembre usciva con un singolo e non se ne fece niente. Qualche mese dopo ci vedemmo al Sanremo, lei era lì per i duetti con Luca Madonia e Franco Battiato. Ne avevamo parlato. Le era rimasta qua... Quindi, ora, è stato naturale chiedere a lei. Ci siamo visti in Abruzzo dove faceva una data con Marina Rei, non ho neanche fatto in tempo a chiederglielo. È stato tutto molto naturale».

Il singolo anticipa il nuovo album, in uscita a inizio 2024. «C’è un altro singolo pronto con un ospite. L’album non sappiamo se uscirà già a gennaio o prima di marzo. Per cui questa data che ci ha proposto Marco ci ha convinti a fare tutto prima, a rimetterci al lavoro – va avanti – Ci siamo dunque ritrovati per vedere come funziona la nuova formazione».

Formazione che prevede la presenza di Leziero Rescigno alla batteria, Marco Carusino alle chitarre e della polistrumentista Chiara Castello delle “I’m Not a Blonde”. L’idea di riprovarci è nata alla vigilia della pandemia, sull’onda del successo dello spettacolo “Mentre le ombre si allungano - Appunti scenici per voci, suoni e immagini”. «Nel giro di 4-5 mesi abbiamo messo insieme robe interessanti, poi come al solito io e Cesare Malfatti avevamo un po’ le idee diverse per come chiuderlo. Lo abbiamo lasciato in stand-by. Per risolvere abbiamo preso come produttore Matteo Cantalupi. Essendo un super fan dei La Crus dei primi dischi e poi è più giovane di noi, poteva essere interessante. Ci ha dato uno sguardo più contemporaneo». Giovanardi confida di essere stato a Reggio recentemente per il concerto dei Cccp: «Sono stato fondamentali sulla scena italiana degli anni Novanta. Al concerto quando hanno spento le luci mi sono commosso come un bambino. Mi piacerebbe collaborare con loro». l

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