Gazzetta di Reggio

Il genio di Giulio Bizzarri ai Musei tra arte, divertissement, pubblicità

Il genio di Giulio Bizzarri ai Musei tra arte, divertissement, pubblicità

La mostra dell’inarrivabile creativo reggiano inaugura domani alle 18

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Reggio Emilia A tre anni dalla scomparsa, i Musei Civici di Reggio Emilia celebrano uno dei più importanti intellettuali e creativi reggiani con la mostra “Giulio Bizzarri. Arte Divertissement Pubblicitá” a cura di Alessandro Gazzotti e Ernesto Tuliozi, che sarà inaugurata domani (ore 18) al Palazzo dei Musei (ingresso libero).

La mostra è il frutto di un lavoro che ha coinvolto un pool di studiosi, ricercatori, studenti, tutti impegnati nella “traduzione” della mole di opere raccolte nell’archivio di Bizzarri. E non a caso la mostra si intitola “Arte, divertissement, pubblicità”. In effetti è in tutti questi settori che Giulio Bizzarri ha dato dimostrazioni di notevoli doti intellettuali e creative dopo una formazione maturata negli ambienti neoavanguardistici degli anni Sessanta-Settanta dello scorso secolo.

Nato a Reggio nel 1947, Giulio Bizzarri si è affermato professionalmente nel mondo della comunicazione e ha stretto sodalizi di amicizia con i concittadini Rosanna Chiessi e Corrado Costa oltre che con alcuni artisti modenesi tra cui Franco Guerzoni con il quale ha collaborato per decenni. Nello stesso tempo ha operato in ambito pubblicitario diventando direttore creativo con il gruppo Bbdo Italia e quindi lavorando per grandi aziende alternando così messaggi promozionali alla progettazione di eventi culturali. A questo proposito spiccano la rassegna “I Porci Comodi”, organizzata dal Comune di Reggio nel 1981, e le “Esplorazioni lungo la Via Emilia” insieme a Luigi Ghirri. Nel 1989, con Paolo Bettini e Gian Franco Gasparini, è stato inoltre cofondatore dell’Università del Progetto (UdP) ideata per formare abilità orientate alle professioni del design, della grafica, della comunicazione. Nel 1992 ha personalmente vinto l’oro dell’Art Director Club come miglior direttore creativo per una campagna di promozione dell’Aspirina della Bayer.

Ma questi sono solo alcuni dei momenti clou di un cammino che Giulio Bizzarri ha percorso con autentica passione e che ha indotto i familiari e gli amici a dar vita alla mostra che ricostruisce la sua poliedrica e figura, la sua inesauribile creatività.

Tutti i collaboratori impegnati nell’analisi delle sue opere – presenti ieri mattina ai Musei – hanno affermato di aver trovato una collana infinita di idee, pensieri, immagini descritte nei modi più inattesi. Alla selezione hanno preso parte Paolo Barbaro, Enrico Bizzarri, Franco Bonilauri, Michelina Borsari, Nino Castagnoli, Ermanno Cavazzoni, Franco Guerzoni, Mariapia Manghi.

Ma dunque chi era Giulio Bizzarri? Difficile dare una sola risposta, anche perché ha sempre imposto la sua identità culturale ma molte volte non ha firmato i lavori fatti ed è stato quindi necessario ricostruire quella identità che ora emerge dalla mostra e dal catalogo che accompagna la collezione della sua attività tramite gli archivi pubblici e la biblioteca domestica, privata, in parte da ricomporre attraverso un dizionario capace di leggere le sue voci, il suo modo di vedere l’arte e di inserirla in campagne di comunicazione per prodotti commerciali e manifestazioni culturali.

A dar vita all’esposizione hanno contribuito, accanto al Comune ed ai Musei Civici, Art Bonus di Iren, Fondazione Manodori, Coopservice, Thedotcompany ed ha collaborato l’Archivio storico Barilla.

Un apporto convinto allo snodarsi della ricerca è venuto dal Comune – ha spiegato l’assessore alla cultura Annalisa Rabitti – e questo concetto è stato ribadito dal presidente della Fondazione Manodori. Ai quali si sono affiancati rappresentanti di sponsor e sostenitori. Tutto ciò è stato accompagnato, durante una visita guidata, dalla dettagliata spiegazione delle opere esposte (una marea di manifesti, disegni, grafie, ecc.) da parte della direttrice dei Musei Valentina Galloni e dei curatori della rassegna Alessandro Gazzotti ed Ernesto Tuliozi. Per finire una simpatica curiosità. All’incontro di ieri erano presenti la vedova e i figli di Giulio Bizzarri; fra i quali la figlia Giulia (direttrice del Circolo Tennis di Albinea) che agli amici ha simpaticamente confessato: «Quando a scuola ci chiedevano il mestiere di papà io dicevo semplicemente... fa tanti manifesti». Allora, non avrebbe probabilmente mai immaginato che quei manifesti, ma non solo, sarebbero finiti in una splendida mostra allestita proprio nella sua città».l

Luigi Vinceti

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