Gazzetta di Reggio

I libri fotografici di Farri in mostra per ricordare il grande Maestro

Giulia Bassi
I libri fotografici di Farri in mostra per ricordare il grande Maestro

“Scritture di luce” da sabato allo Spazio Spallanzani a Barco di Bibbiano

28 febbraio 2024
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Reggio Emilia Questo è l’anno di Stanislao Farri, scomparso nel giugno del 2021, indiscusso Maestro della fotografia. Nato a Bibbiano il 6 luglio 1924, ha cominciato come operaio tipografo e si è dedicato alla fotografia dal 1943. La sua ricerca è incentrata sulla realtà locale, peraltro il suo prezioso archivio fotografico è uno strumento di ricerca su tutto ciò che riguarda la storia dei beni culturali della città e del territorio provinciale ed è conservato nella Fototeca della Biblioteca Panizzi. Ma non solo per questo la lezione di Farri ha lasciato una traccia indelebile nell’ambito della fotografia reggiana e nazionale.

Bibbiano in questi giorni lo ricorda con un’antologica, dal titolo “Scritture di luce” in programma allo Spazio Spallanzani a Barco di Bibbiano da sabato 2 marzo fino al 1° aprile. «Stanislao ha sempre rivendicato, con orgoglio, un forte legame con la propria terra, dai grandi e solidi valori democratici, e con quella cultura contadina che lo ha formato – scrive nel catalogo il sindaco Andrea Carletti-. Ha voluto omaggiare il paese che gli ha dato i natali con scatti e opere di grande valore artistico ed affettivo. Tra i suoi doni figurano le fotografie presentate in più di una mostra personale alla Galleria L’Ottagono e, in particolare, un catalogo del 2016, “Ritorno a Bibbiano”: un volume che sa di promessa, che sa di casa».

Caratteristica della mostra: non solo è un’esposizione delle sue fotografie ma una raccolta dei libri che hanno collezionato le sue opere, un manifesto a memoria del suo lavoro. Si tratta di una selezione dei cataloghi delle mostre e dei libri del fotografo reggiano, che teneva molto ai cataloghi con la presentazione di uno o più scritti di critici o storici dell’arte. Tra gli altri, i libri delle tre mostre allestite a Palazzo Magnani “Memorie di luce” del 2003, “Il respiro delle nuvole” del 2005 e “Alberi” del 2009 curate da Sandro Parmiggiani, lo stesso che cura l’esposizione di Bibbiano all’interno di un progetto al quale hanno contribuito anche Enzo Silvi ed Enrico Reverberi.

«Farri è stata una persona modesta e umile, ma con una grande consapevolezza del suo valore; sapeva di sapere, però non si ergeva mai a maestro, di quello che deve dimostrare – commenta da Sandro Parmiggiani–. Era incredibile la sua capacità di lavorare in camera oscura: Farri “piegava” il negativo al suo desiderio e senza manipolazioni. È stato uno dei pochissimi fotografi- forse l’unico a livello italiano - che sviluppvaa da solo le foto a colori lasciando esterrefatti anche i produttori delle pellicole. Da genio della fotografia, aveva questa voglia di penetrare nei segreti della camera oscura che per lui non erano più tali». A proposito della passione per i libri, Parmiggiani parla di un sentimento di comunanza con la cultura ebraica. «Perché nei libri vi sono raccolte parole che debbono restare, che non possono andare disperse. Dunque, una sorta di venerazione per uno strumento destinato a salvare la memoria, nel quale s’incarnano conoscenza e sapienza, fuoco che continua ad ardere e che viene consegnato alle generazioni future. Da qui l’immensa fiducia di Farri nei libri». Questa mostra è la prima nell’ambito di un progetto che annualmente farà registrare a Bibbiano eventi dedicata Farri e per questo motivo è stato ideato un logo: l’autore è Marcello Francone di Skira.