Gazzetta di Reggio

“Storia di un oblio” al Teatro Asioli di Correggio

“Storia di un oblio” al Teatro Asioli di Correggio

Vincenzo Pirrotta interpreta il monologo di Laurent Mauvignier anche lunedì 4 marzo alle 20.30

03 marzo 2024
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Correggio Replica lunedì 4 marzo alle ore 20.30 Vincenzo Pirrotta interpreta al Teatro Asioli l’emozionante monologo “Storia di un oblio”, diretto da Roberto Andò, su testo di Laurent Mauvignier (tradotto da Yasmina Melaouah). Vincenzo Pirrotta, attore-regista-autore siciliano di rara potenza interpretativa, ha introiettato la tradizionale arte del “cunto”, rendendola contemporanea e adattandola alle numerose creazioni proprie o dei tanti artisti di spicco di cinema e teatro che lo hanno voluto accanto: da Lo Cascio a Bellocchio, da Martone a Roberto Andò.

Il testo di Mauvignier racconta un drammatico episodio accaduto nel 2009 a Lione, in un centro commerciale: un giovane marginale che ha bevuto una lattina di birra presa da uno scaffale viene pestato a morte da quattro vigilantes. Il testo però evita qualsiasi riferimento esplicito a quell’omicidio, così che la tragedia dell’ipermercato francese possa essere una vicenda di morte in qualsiasi luogo. La voce narrante si rivolge all’ipotetico fratello della vittima, «il procuratore ha detto che un uomo non può morire per così poco, che non è giusto morire per una lattina di birra che uno ha tenuto in mano troppo a lungo», cercando di capire come sia potuto accadere un fatto del genere, come quattro persone forse normali e che magari non si sopportano vicendevolmente improvvisamente siano diventate un branco di bestie che si accaniscono su una persona che si trasforma in un «pezzo di carne» da battere. Forse la frase del procuratore sottintendeva che una vita deve valere di più, ma quanto? «Una vita deve valere un po’ più di una birra, un pacco da sei? da dodici? da ventiquattro birre, no, che dici? è troppo?”. La potente interpretazione di Pirrotta ci porta con pietas dentro e fuori il momento in cui il corpo si accartoccia e dentro i pensieri della vittima, che si illude che quel calcio sia l’ultimo. 

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