Gazzetta di Reggio

Aperta fino al 21 aprile

“Gli Sfitti”: mostra fotografica su negozi chiusi e reggianità perduta

Chiara Cabassa
“Gli Sfitti”: mostra fotografica su negozi chiusi e reggianità perduta

Esposizione di Gianni Marconi nello spazio espositivo ARTyou in via Gazzata

22 marzo 2024
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Reggio Emilia Sono sotto gli occhi di tutti. E ognuno di noi, passandoci davanti più volte al giorno o solo saltuariamente, ha le reazioni più diverse: sofferma il suo sguardo riprovevole e a tratti nostalgico; guarda e passa senza prestarvi neanche troppa attenzione; lo rende tema economico e politico ancor prima che sociale e identitario. C’è poi chi, davanti agli occhi spenti e desolati delle vetrine del centro storico di Reggio, ha preso macchina fotografica e cavalletto decidendo di immortalare «la dimensione di un evento così estesa da rappresentare una novità esplosiva, una epidemia senza vaccini, una svolta epocale». Parole, e immagini, del fotografo reggiano Gianni Marconi, alle spalle numerose mostre (pluripremiate) ma anche progetti e collaborazioni importanti come quella che lo ha visto curare, eseguendo numerose fotografie, il libro “Quattro passi per Reggio” di Massimo Mussini (Corsiero editore).
 

“Gli Sfitti”, questo il titolo eloquente della mostra di Gianni Marconi, inaugura sabato 23 marzo (ore 17) nello spazio espositivo ARTyou in via Gazzata 16/b per poi rimanere aperta fino al 21 aprile tutti i giorni (tranne a Pasqua e Pasquetta) dalle 10 alle 12,30 e dalle16 alle 9,30 con l’autore presente nei fine settimana. Ad accompagnare l’esposizione un importante catalogo che raccoglie le immagini e i testi dell’autore e del professore Massimo Mussini.

In mostra, e nel catalogo, sono 157 le fotografie a colori in diverso formato scattate a gennaio (in poco più di 15 giorni) ad altrettante vetrine spente del centro storico di Reggio davanti alle quali si prestano a posare passanti reclutati al momento. Molti dei quali si mettono con massima naturalezza in posa, già abituati a offrire l’immagine di sé nell’epoca del selfie.

L’intento principale è quello di aggiornare la rappresentazione classica della reggianità in chiave contemporanea, con una visione fuor di retorica. Quanto realizzato si collega, seppur in discontinuità, con “Piasa Céca” di Stanislao Farri, l’ultimo grande affresco di un centro storico e di una reggianità che non ci sono più, dopo duemila anni di storia.

«Il cambiamento di stili di vita e di mentalità della popolazione – sottolinea Marconi – hanno estinto la connotazione unica della reggianità a favore di molteplici forme di individualità e di etnie, e sono entrati nell’uso comune nuove forme di consumo e di acquisto» e «dopo millenni nei quali il centro cittadino ha esercitato la sua forza attrattiva assistiamo oggi ad un fenomeno di osmosi inversa che trasferisce il degrado tipico delle periferie nel cuore della città».

Con l’autore che non intende indicare responsabilità o suggerire soluzioni, facendosi carico, però, di pubblicare il proprio sguardo sul fenomeno. Così come sottolinea Massimo Mussini: «Il problema dei negozi sfitti ci invita, come accaduto nel passato, a inventare nuove e inedite soluzioni adeguate al presente, che non sono le auto parcheggiate in piazza come nel primo dopoguerra né la riduzione delle tasse a beneficio di pochi, ma la capacità di modificare tali spazi in maniera creativa e confacente alla contemporaneità. Vedremo se qualcuno ne sarà capace. Intanto le fotografie di Marconi ci hanno messo la pulce nell’orecchio senza infingimenti e acrobazie politico-verbali».