Gazzetta di Reggio

Venerdì 29 marzo

Gianluca Grignani riparte dal Fuori Orario: «Devo dimostrare quanto valgo»

Adriano Arati
Gianluca Grignani riparte dal Fuori Orario: «Devo dimostrare quanto valgo»

Il cantautore aprirà il suo tour venerdì sera al circolo Arci di Taneto

26 marzo 2024
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Taneto «Oggi tutti parlano troppo bene di me, non ci sono abituato, ora devo dimostrare quanto valgo». Scherza sulla sua fama turbolenta Gianluca Grignani, pronto a partire per “Residui di rock’n’roll”, un tour di concerti nei club che lo riporterà in pista dopo sette anni di assenza dal panorama musicale. La partenza ufficiale avverrà in terra reggiana, venerdì 29 marzo al Fuori Orario a Taneto di Gattatico, uno dei locali più noti e amati a livello regionale. L’anteprima, va detto, non è filata liscia, lo spettacolo zero a Novara è stato interrotto da Grignani dopo qualche brano, furioso con gli organizzatori e con alcuni dei suoi musicisti per una serie di problemi tecnici.

La speranza è che l’incidente sia servito per risolvere le questioni e permettere un avvio più sereno al giro per club. Il cantante e autore lombardo presenterà uno spettacolo in cui ripercorrerà la sua carriera, dagli esordi pop a Sanremo con “Destinazione Paradiso” a dischi ben più sperimentali, giunta ad oggi passando tra qualche difficoltà personali e momenti di silenzio. Adesso, assicura, la voglia di suonare è tanta, per lanciare un 2024 in cui giungeranno anche un libro e probabilmente un nuovo disco.

La prima occasione per vederlo è appunto al Fuori Orario, venerdì, dove sarà affiancato dai chitarristi Salvatore Cafiero e Frè Monti, dal tastierista Luigi Russo e dalla sezione ritmica formata dal bassista Valerio Combass e dal batterista Antonio De Marianis. I biglietti sono acquistabili sul circuito TicketOne.

«Voglio fare qualcosa di diverso, prima girerò per i club, poi ci sarà il disco, e in mezzo un libro. Voglio provare a cambiare il metodo di comunicazione attuale, spero che la gente venga a vedermi tramite il passaparola, perché qualcuno ha apprezzato i miei concerti», racconta. «So che sono un artista, nel bene e nel male, e quello che un artista deve fare è mettere luce dove nessuno la mette. Voglio convincere le persone con la buona musica».

Assieme a «bravi musicisti, è tutta gente che sa suonare, che funziona sul palco, con loro posso pensare solo a dare la direzione al suono, poi dovremo solo suonare. Faremo fuoco e fiamme, anche letteralmente perché lo spettacolo prevede dei fuochi, ma comunque chi suona con me sa far andare le mani, nel senso buono. E insieme sappiamo fare del buon rock», ribadisce convinto.

Una fiducia notevole. «Io voglio sempre alzare l’asticella, sono convinto di quello che dico e sono convinto che il passaparola, dopo i primi concerti, ci aiuterà. Io guardo avanti, parto dal basso per salire, partiamo dai club ma voglio suonare anche in diversi festival europei, è la nostra dimensione, suonare dal vivo è raccontare una storia diversa ogni sera», spiega. «Non mi voglio sentire migliore ma neppure peggiore di nessuno, faccio quello che ritengo giusto in base a come mi sento. Quello che non faccio mai è non dare il 110%, e se non lo fa qualcuno che è con me, sul palco, alle luci, ovunque, mi incazzo come una iena. È una questione concreta, chi viene potrà sentire tante canzoni, i miei singoli più famosi ma non solo, tutte quelle che ritengo adatte a fare in modo che la gente si senta abbracciata alla storia che abbiamo vissuto insieme. Mi piacerebbe poter dire solo: venite e ascoltate, poi capirete se ne valga la pena o meno».

E si torna alla fiducia, amplificata dal luogo reggiano in cui esibirsi: «Visto che tutti parlano bene di me, ora, devo far vedere che valgo qualcosa, quello che ho intenzione di creare dal vivo è abbastanza tosto, non sono in molti che lo fanno. E non è una provocazione, è una tranquilla testimonianza di quello che sto facendo. E ci tengo a farlo al Fuori Orario, un locale conosciuto, in una terra come l’Emilia Romagna dove il rock italiano è cresciuto ed è importante. Penso a Ligabue, a Vasco, li conosco, so che ambiente c’è in Emilia, non temo l’essenza della natura di una terra da dove il rock è partito. Anzi, è uno stimolo, anche per poter dire anche altre cose sul rock».

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