Gazzetta di Reggio

Il Cristo di spalle di Omar Galliani e l’Ecce Homo di Antonello da Messina

Il Cristo di spalle di Omar Galliani e l’Ecce Homo di Antonello da Messina

Il progetto dell’artista reggiano a Piacenza al Collegio e alla Galleria Alberoni

30 marzo 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Dopo la grande mostra di Palazzo Reale a Milano, con oltre cento opere che hanno ripercorso la sua intera carriera, Omar Galliani presenta a Piacenza un intervento di grande intensità, dedicato all’Ecce Homo o Cristo alla colonna di Antonello da Messina, parte della collezione alberoniana e capolavoro assoluto dell’arte occidentale.

Fino al 26 maggio, il Collegio e la Galleria Alberoni ospitano “Silenzio, l’enigma del verso. Il Cristo di spalle di Omar Galliani in dialogo con l’Ecce Homo di Antonello da Messina”, un progetto promosso da Collegio Alberoni - Opera Pia Alberoni e Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo con la curatela di Massimo Silvotti, Umberto Fornasari e Padre Erminio Antonello da un’idea originale di Omar Galliani.

Omar Galliani, artista internazionale che del disegno ha fatto una “religione”, è stato profondamente toccato dall’incontro con l’Ecce Homo di Antonello da Messina, opera capace di rivoluzionare l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo, al punto da affrontare il dialogo pittorico con il Maestro attraverso un nuovo dipinto, assolutamente originale per inventio – “Sui tuoi passi” (2024) propone l’iconografia inedita del Cristo di spalle – ma realizzato con una tecnica simile a quella che la tradizione vuole fosse stata importata in Italia proprio da Antonello da Messina, dopo averla appresa dalle opere dei maestri fiamminghi.

L’opera, dipinta da Galliani su di una tavola delle medesime dimensioni di quella utilizzata dal maestro messinese, è esposta nella penombra della sala dell’Appartamento del Cardinale interamente dedicata alla visione all’Ecce Homo di Antonello, le cui luci sono state studiate dal designer Davide Groppi. La tavola di Galliani è esposta all’interno della cornice lignea che nel XX secolo ha custodito il capolavoro quattrocentesco. L’esposizione prosegue nella sala mostre della Galleria Alberoni, nel parco adiacente al Collegio, con una selezione di opere di Omar Galliani tutte dedicate alla Passione di Cristo.

«Non so quante volte Antonello avrà accarezzato quell’umile tavola di legno antico – scrive Omar Galliani – prima del gesso o del disegno… Vorrei vivere il silenzio della sua stanza interrotto dallo sciabordio del mare di Antonello in un giorno di pioggia o di sole quando le velature del cinabro, del bianco di piombo o del giallorino evaporano lentamente verso il cielo». «Dialogando con il capolavoro di Antonello da Messina del Collegio Alberoni, ma staccandosene radicalmente, Galliani dipinge un Cristo di spalle, anzi che volta letteralmente le spalle all’umanità», scrive Elena Pontiggia nel testo critico in catalogo. «È un’immagine sconvolgente, che non ha precedenti... Certo, qualche artista ha dipinto il Redentore di spalle, ma solo perché la scena era vista dallo sfondo del palazzo di Erode, come nell’Ecce Homo di Ciseri, oppure perché il Torturato era legato alla colonna e offriva il dorso agli aguzzini, come nella Flagellazione di Rubens. Nessuno però aveva mai immaginato un distacco così silenzioso, eppure così eloquente, del Creatore dalle creature».

«Queste nude spalle – si legge nel testo di Padre Erminio Antonello – rimandano a volgere lo sguardo dall’altra parte, al volto rigato di lacrime amare dell’Ecce Homo di Antonello. Esistono con esso. Esistono per esso. Sono la metà che richiede il tutto. Ed orientano a ripensare la parzialità insensata di una umanità che s’inganna di poter esistere senza rapporti e legami, in libera uscita, frammentata e vagabonda nell’Universo atomizzato del Nulla: illusorio gioco di specchi su cui s’infrange all’infinito la stessa immagine di sé come ombra passeggera e vana». «L’enigma del Cristo di spalle di Omar Galliani – scrive Padre Nicola Albanesi – è una “asparizione”, un neologismo poetico coniato da Giorgio Caproni che tiene insieme l’apparizione e la sparizione, in cui si manifesta la misteriosa comparsa di una realtà proprio a motivo della sua assenza». «L’Ecce Homo e il Cristo di spalle sono in relazione stretta – scrive Giovanni Gazzaneo – nonostante i sei secoli che li separano, perché la vera arte non conosce il tempo. Ma sono in relazione perché ci parlano di bellezza e di speranza, ci mostrano la bellezza e la speranza». «Silenzio è la parola regina di questa mostra – conclude Massimo Silvotti, ideatore del progetto con Galliani – chi vi assisterà, infatti, verrà implicato in una serie di interrogativi teologici e filosofici da cui sarà pressoché impossibile districarsi razionalmente, ragione per cui il silenzio fungerà da rifugio simbolico».

La mostra è visitabile con il biglietto di ingresso al Collegio e alla Galleria Alberoni. L’accesso al Collegio Alberoni e all’Appartamento del Cardinale è consentito solo tramite visite guidate. Info: 349/ 4575709, info@collegioalberoni.it.l

© RIPRODUZIONE RISERVATA