Gazzetta di Reggio

Fino al 16 giugno

Premio Borciani, torna il concorso internazionale dedicato ai migliori quartetti d’archi

Giulia Bassi
Premio Borciani, torna il concorso internazionale dedicato ai migliori quartetti d’archi

Reggio Emilia: XIII edizione al Teatro Valli con le prove aperte al pubblico

08 giugno 2024
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Reggio Emilia Se c’è una manifestazione speciale che negli anni ha mantenuto alto il profilo questo è il Premio Borciani, il Concorso Internazionale per quartetto d’archi, la cui XIII edizione prende il via questa sera.

Nato nel 1987 per decisione unanime della Giunta Comunale di Reggio, in omaggio a Paolo Borciani (1922-1985), fondatore e primo violino del Quartetto Italiano, il Premio è oggi diventato uno dei concorsi più importanti al mondo. Si svolge ogni tre anni al teatro Valli promosso e organizzato dalla Fondazione I Teatri. La ricerca della più alta qualità artistica nei giovanissimi talenti è tra i valori fondanti della competizione.

La XIII edizione

La XIII edizione del Premio è promossa anche grazie alla collaborazione dell’exclusive partner Max Mara. Si terrà dall’8 al 16 giugno al Valli e a contendersi il prestigioso riconoscimento sono i Quartetti Arete (Corea del Sud), Ast (Corea del Sud), Eden (Corea del Sud), Elaia (Germania), Elmore (Gran Bretagna), Eos (Italia), Fibonacci (Gran Bretagna / Spagna), Ineo (Austria), Risus (Corea del Sud) e Wassily (Francia).

Il rinnovamento

«Il Premio Internazionale di Quartetto Paolo Borciani si presenta per la seconda volta sotto una veste rinnovata dopo la precedente edizione del 2021 – spiega Francesco Filidei, compositore e responsabile musicale del Concorso–. Un tentativo di avvicinare il più possibile quelle che sono le istanze proprie del panorama della concertistica attuale. I Quartetti presenti suoneranno tutto il programma davanti al pubblico e alla giuria prima della selezione finale che porterà tre dei dieci quartetti a suonare nell’ultima tappa del percorso: il concerto conclusivo. Le prove sono disposte in ordine cronologico. La prima prova è imperniata su musiche del ‘700: una musica più antica agli inizi, agli albori della forma incentrata sul padre unanimemente conosciuto del quartetto Haydn e su Mozart in modo da dare la giuria anche la possibilità di verificare quali sono le intenzioni dei quartetti candidati circa la filologia, la ricerca della prassi storica. Ancora in questa prova dovranno eseguire anche un movimento dei quartetti dell’op.59 di Beethoven per permettere sempre alla giuria di verificare su un materiale più vicino alle caratteristiche proprie di ogni quartetto attraverso l’accurata comparazione». «Poi – continua Filidei – abbiamo una seconda prova, incentrata sul periodo di maturità del quartetto, il romanticismo con i compositori fondamentali dell’800: da Schumann a Schubert a Mendelssohn e Brahms le cui opere presentano forme più articolate e complesse, con difficoltà legate a rivelare come i quartetti candidati sanno giostrarsi rispetto all’interpretazione dei grandi quartetti riconosciuti; e poi una terza tappa un po’ diversa: è una sorta di carte-blanche che abbiamo pensato per dare la possibilità ai candidati di mostrare quali sono gli interessi più espliciti. Durante questa prova possono presentare di tutto di più: dall’antico al contemporaneo, ma anche dal pop al jazz. Deve essere una performance che, nell’arco di mezz’ora, serve per rilevare quali sono le affinità le peculiarità di ognuno. A seguire, la quarta prova prevede l’esecuzione di musiche del ‘900: Bartók, Ligeti, Britten. Ma abbiamo anche il pezzo d’obbligo commissionato dal Concorso a uno dei compositori di riferimenti della musica francese contemporanea: Gérard Pesson: formatosi al Conservatoire National de Paris, e fondatore nel 1986 della rivista di musica contemporanea Entretemps. Pesson è noto per la sua ironia, la finezza della sua scrittura, la ricerca timbrica, il rapporto con il silenzio e gli effetti; è anche molto legato anche a Ravel. Al termine di questo percorso la giuria delibererà quali sono i quartetti che andranno in finale».

La giuria

La giuria internazionale, presieduta quest’anno da Sonia Simmenauer, artist manager, è composta dalla violinista Lorenza Borrani (Italia), i violisti Kim Kashkashian (Usa) e Garth Knox (Irlanda), i violoncellisti Jonas Krejci (Repubblica Ceca, Pražák Quartet) e John Myerscough (Inghilterra, Doric String Quartet), il violinista Abel Tomàs (Spagna, Cuarteto). Al primo classificato sarà assegnato un premio in denaro di 25mila euro, i vincitori avranno una residenza artistica a Reggio nel corso delle stagioni 2024-2026 e una tournée internazionale coordinata da Lorenzo Baldrighi Artists Management.

Saranno poi assegnati il secondo premio di 10mila euro, il terzo premio di 5mila euro, il premio speciale di 3mila euro per la migliore esecuzione della nuova composizione per quartetto d’archi commissionata a Gérard Pesson, il premio del pubblico di 2mila euro, il premio under 20 di mille euro e una borsa di studio da 6.000 euro offerta dalla Jeunesses Musicales Deutschland.l