Nel realismo magico di Pedrazzi l’attesa di un’inspiegabile epifania
L’immaginazione protagonista tra Gioconde e funamboli alla Galleria 13
Reggio Emilia Inaugura sabato 9 novembre (ore 17.30) alla Galleria 13-arte moderna in via Roma, dove resterà aperta fino al 30 novembre, la mostra dedicata al pittore contemporaneo Massimo Pedrazzi, un artista dalla tecnica pittorica eccezionale al servizio della sua creatività estrosa immersa in un universo di simbolismo e realismo magico. Una mostra che sicuramente stupirà il visitatore stanco della quotidianità e desideroso di perdersi in mondi fantastici di pace e silenzio, popolati da “Gioconde” e funamboli. L’immaginazione è il potere che tutti gli esseri umani hanno di conferire significato al mondo.
Per Pedrazzi è il mezzo con cui dare forma alla sua arte. Massimo Pedrazzi è un pittore immerso nella contemporaneità, è affascinato dai nuovi mezzi tecnologici e da tutti quei supporti che facilitano la nostra vita quotidiana, ma allo stesso tempo, e forse proprio per sfuggire alla frenesia che ci circonda, si rifugia nella pittura creando “universali fantastici”, mondi lontani, silenziosi e diversi da qualunque cosa noi siamo abituati. Paesaggi che ci ricordano pitture d’altri tempi come gli sfondi quattrocenteschi dei quadri di Leonardo o che ritroviamo nella pittura fiamminga, ma sovrascritti in una chiave metafisica intrisa di magia. Di quella pittura porta avanti anche la grande tecnica pittorica, preparando i supporti a gesso, dipingendo ad olio con velature continue e lunghi tempi di asciugatura, uno strato di colore dopo l’altro fino a raggiungere il risultato sperato. L’opera è sempre in divenire, alla ricerca della perfezione essa viene continuamente modificata aggiungendo e togliendo elementi. A rendere unica la pittura di Pedrazzi, oltre all’indubbia tecnica, sono gli elementi fantastici che dissemina nelle sue opere, alti cappelli da derviscio simbolo di elevatura morale e spirituale, una fonte mistica, un cielo ultraterreno, elementi floreali immaginari che ricoprono quasi ossessivamente ogni cosa. Quel senso di reale figurativo che reale non è e che può essere inscritto in quel filone artistico eterogeneo definito realismo magico. La realtà è infatti punto di partenza di una trasfigurazione che passa attraverso l’immaginazione e la meraviglia, capace di rivelare il mistero che si nasconde dietro il mondo rappresentato.
Massimo Pedrazzi ci introduce nel mondo fascinoso e sottilmente inquietante di questa corrente artistica dai riflessi internazionali, cui l’Italia ha dato un contributo di alto spessore. «La magia non è soltanto stregoneria: qualunque incanto è magia (…). Forse è l’arte il solo incantesimo concesso all’uomo e dell’incantesimo possiede tutti i caratteri e tutte le specie: essa è evocazione di cose morte, apparizione di cose lontane, profezia di cose future, sovvertimento delle leggi di natura, operati dalla sola immaginazione». Nelle opere di Pedrazzi troviamo una quieta narrazione che cela un senso di attesa e di meraviglia, l’impressione di assistere a un’inspiegabile epifania. Diversi i soggetti in cui Pedrazzi ama cimentarsi: i paesaggi dove lo sguardo si perde nell’orizzonte sorvolando valli incantate sospese nel tempo, figure femminili immerse in una natura rigogliosa antinaturalistica ma impetuosa, il tema dell’offerta dove una figura porge allo spettatore un dono, metafora delle possibilità che riceviamo e che possiamo cogliere davanti alle difficoltà della vita. In continuità con il tema delle “Folle”, Pedrazzi ha proposto opere molto attuali in cui raffigura lo scontro quotidiano del mondo politico nascosto dietro una facciata di perbenismo e quindi abbellito nella forma dalla sua rigogliosa vegetazione e arabeschi colorati. Infine una serie dedicata ai “Volti”, giovani uomini con occhi inquieti e profondi, dai tratti distorti da un'emotività vibrante, lasciati a emergere da fondi scuri o arricchiti dalla sua tipica vegetazione brulicante di dettagli, colori antinaturalistici ed elementi fantastici.l © RIPRODUZIONE RISERVATA