Gazzetta di Reggio

Il nuovo disco

Cesare Cremonini torna con un nuovo album e un documentario “Alaska Baby”

Antonio Martelli
Cesare Cremonini torna con un nuovo album e un documentario “Alaska Baby”

Il cantautore: «La mia necessità era quella di mettermi in discussione». Collaborazioni nei brani: da Elisa a Luca Carboni

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Torna Cesare Cremonini con un nuovo album e un documentario, “Alaska Baby”, che segna probabilmente il raggiungimento della maturità artistica del cantautore bolognese. Il disco, composto di 12 pezzi messi insieme tra Bologna, Londra e Padova, spazia dal punto di vista musicale tra generi diversi, dal pop al cantautorato classico, dal rap a ritmi che rimandano alla musica anni novanta ma anche a reminiscenze di Beatles e Beach Boys solo per citarne alcuni. In “Alaska Baby” Cesare Cremonini racconta, con la voce più limpida e sincera della sua carriera, traccia dopo traccia, la sua vita. Un lavoro nato dopo il più grande tour della sua carriera nel 2023, che ha avuto un successo straordinario, e che sarà ripetuto l'anno prossimo (già 500mila i biglietti venduti). Ma anche da un lungo viaggio in America, in una sorta di nuovo punto di partenza, culminato proprio nell'estremo Nord alla ricerca dell'aurora boreale.

Non a caso “Alaska Baby” è un album incentrato interamente sulla “rinascita”, a partire dalla title track che apre il disco con una intro strumentale di fiati degna di un film.«Io ho sempre dei dubbi, vivo una inquietudine legata alla mia capacità di essere un artista. Non basta riempire gli stadi per sentirsi arrivato, dire ce l'ho fatta. Se ho fatto un disco così è perché per il mio “io” c'è ancora tanto da fare», ha raccontato Cremonini . «La mia necessità era quella di mettermi in discussione, provare a trovare una energia da disco d'esordio. Rischiare, anche mettendo in pericolo la carriera. Perché le nostra abilità le tiriamo fuori quando siamo in pericolo», ha aggiunto il cantautore emiliano. Un disco preceduto già dal grande successo del singolo “Ora che non ho più te”, una canzone dal sound contemporaneo con una moltitudine di riferimenti, in vetta alle classifiche da tre mesi. La sensazione è di essere di fronte all’ennesimo evergreen del pop italiano, a un “nuovo classico” di Cesare Cremonini. «Appartengo ad una generazione di artisti ponte, nati nel novecento ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. Mi sento però un artista contemporaneo, al centro della mia energia», ha detto Cremonini. «In “Ora che non ho più te” queste cose sono tenute insieme. E in un momento in cui il mondo della musica è estremamente frammentato, proporre oggi qualcosa che unisce vuol dire che è riuscito perfettamente», ha spiegato parlando del grande successo del singolo.

Tornando però ad “Alaska Baby”, l'album è costellato anche di collaborazioni importanti come quella con Elisa in “Aurore Boreali”. Una canzone in cui le voci di Cesare Cremonini e la cantante triestina si fondono perfettamente, mentre in “Ragazze Facili” la voce inarrivabile di Elisa è presente nei cori. In “San Luca” (luogo simbolo di Bologna), invece, Cremonini duetta con un'altra icona della musica della sua città: Luca Carboni. Un pezzo destinato a diventare un classico, in cui ancora si parla di rinascita e redenzione. «Aver trovato sinergie umane come con Luca ed Elisa mi hanno regalato talmente tanto dal punto di vista umano, che mi hanno fatto capire il senso di fare questo disco», ha detto. «Aver chiesto a Luca di cantare dopo due anni, e solo lui sa cosa ha vissuto, mi ha dato un arricchimento ed una esperienza personale che non posso barattare con i numeri di classifica e biglietti venduti che comunque ho ottenuto. Non c'è paragone», ha aggiunto. In questo album Cremonini si cimenta anche con mostri sacri della musica Usa come il pianista Mike Garson, storico collaboratore tra gli altri di David Bowie. La genesi del disco è raccontata in un documentario girato tra l’Italia, l’America e l’Alaska che accompagna Cesare Cremonini nell' affrontare la sfida più difficile: mettersi a nudo di fronte alle telecamere, in tutta la sua fragilità e solitudine, alla ricerca dell’ispirazione, pronto a mettersi “al servizio dell’opera”. Il segreto dell'album è nel documentario, perchè non sarei qui se non fossi partito per quel viaggio», ha raccontato ancora Cremonini. Nel documentario il cantautore emiliano si addentra nel cuore musicale dell'America, da Nashville con il suo country a New Orleans e Memphis con il blues. E proprio viaggiando sulle tracce di mostri sacri come Johnny Cash, Elvis e Bob Dylan, che le canzoni del disco cominciano a prendere forma fino all'arrivo in Alaska, appunto, dove Cremonini riceve un inaspettato messaggio di Elisa che gli invia una canzone che a quattro mani diventa “Aurore boreali”. Nel doc, infine, c’è anche Bologna con il santuario di San Luca che dà il titolo alla canzone che vede Cremonini duettare con Luca Carboni. l