Gazzetta di Reggio

I voti al festival

Sanremo, le pagelle della quarta serata: Geppi santa subito, Mahmood il valletto

Chiara Cabassa
Sanremo, le pagelle della quarta serata: Geppi santa subito, Mahmood il valletto

Tony Effe perso senza la collana di Tiffany fa rimpiangere Franco Califano

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Elon innamorato pazzo di Giorgia che ci sarà ancora per molto e molto tempo... proprio ora la sta votando dal suo satellite. Non solo Musk, anche Trump ama Giorgia almeno come ama l’Italia: sta giusto pensando se marciare su Roma o su Marte. E vogliamo parlare dei concorrenti di Amadeus che da un anno stanno lì fuori ad aspettare il loro turno? Altro che il Festival svizzero di Conti. Bello partire con 10 minuti di humor intelligente. Ma gli anni scorrono anche per Roberto Benigni: non ha sbirciato sotto una sola gonna e non ha neppure preso in considerazione le parti basse di Conti. Ma non si è dimenticato, quello no, di annunciarsi prossimamente su Rai 1. Lo immaginavano ma speravamo, senza alcuna speranza, che non accadesse. Voto 8 per la carriera.

Tony Effe come Sansone L’operazione “ripuliamoci” (cancellati i tatuaggi cattivi e adottato un outfit bianco Ace) non era stata una buona idea. Ci ha riprovato nella seconda uscita tornando all’originario torso nudo con tatuaggi in vista e faccia cattiva ma la collana-gate lo ha tradito… come un Sansone 4.0 senza chioma. E ieri sera, in gessato, una scialba sciarpetta al posto del Tiffany “sequestrato”, ha perso e non di misura il confronto con il buon Califano che un suo perché l’aveva. A poco è servito l’apporto della voce graffiante ma non abbastanza sensuale per la fumosa “Tutto il resto è noia”. Voto: 5.

La strana coppia Topo Gigio che evoca Domenico Modugno Lucio Corsi che nel blu dipinto di blu evoca se stesso. Outfit che vanno a braccetto: il pupazzo con l’improbabile blazer paillettato e il cantautore allergico agli stylist. Versi che hanno fatto la storia della musica leggera italiana volano alti sul minuscolo Gigio e sul sempre più scheletrico Lucio. Piccoli ma grandissimi sul palcoscenico. Capaci di far sognare chi li guarda e chi li ascolta: la voglia di leggerezza, quella bella, è servita. Finalmente qualcosa di “buono”. Ce n’era bisogno, anche all’Ariston. Comunque vada, Lucio qualcosa l’ha già vinto.Voto 8.

Il Volo per caso Sembravano i Neri per Caso e invece era Il Volo. Sembrava Clara ed era proprio lei. Insieme cantano “The sound of silence” e lo fanno in modo sublime. Voto 8.

Santa Geppi Non è che arriverà qualche bimbo prodigio? C’è uno stasera che ci fa sentire tutti scemi, magari il figlio di Musk? E Carlo, ti prego, non guardare l’orologio che con Benigni non lo facevi. Ma Topo Gigio trovato positivo al pecorino? Geppi Cucciari sembra nata sul palcoscenico dell’Ariston. Se è emozionata non si vede. Se è felice lo mostra ma con misura. Se sbaglia se ne accorge solo lei. E non teme di non essere all’altezza, perché mai lo dovrebbe? Che poi sfiora anche temi politici come quando consiglia di presentare gli ospiti come cantante 1 e cantante 2 (con Conti che glissa) ma lei giusto sfiora, accarezza, accenna. E come una lama affilata colpisce. Voto: 8.

Il valletto Mahmood Più superospite che co-conduttore. Senza travestimenti di spessore, senza l’aurea dell’esibizione e soprattutto senza la tuta gold, Mahmood è indeciso sul da farsi. Più precisamente non sa dove andare a parare. Cerca la battuta e non la trova. E allora aspetta. Forse è meglio quando canta. Voto 6. © RIPRODUZIONE RISERVATA