Fotografia Europea, al centro c’è la Generazione Z
“Avere vent’anni” è il titolo della rassegna in programma a Reggio Emilia dal 24 aprile all’8 giugno. In mostra Moriyama, Vinca Petersen, Andy Sewell
Reggio Emilia «“Avere vent’anni”. Mai come quest’anno il titolo, questo titolo, per Fotografia Europea, è arrivato spontaneamente. Molte volte ci si chiudeva in stanza con lo staff e i curatori per cercare il titolo più significativo e con affanno si facevano ipotesi che poi venivano abbandonate. Ma questa volta è stata veramente una sorta di illuminazione» spiega Davide Zanichelli, direttore di Palazzo Magnani intervenuto ieri nella sede della Regione a Bologna alla presentazione del festival in programma dal 24 aprile all’8 giugno (eventi inaugurali dal 24 al 27 aprile)ai Chiostri di San Pietro e a Palazzo da Mosto ma anche al Palazzo dei Musei, alla Biblioteca Panizzi, allo Spazio Gerra, alla Collezione Maramotti e negli spazi del Circuito Off.
«Siamo contenti di portare questo tema, che ovviamente è ambivalente rispetto alle finalità della manifestazione, perché ci consente una riflessione sugli ultimi vent’anni della fotografia ma anche i primi vent’anni della nostra manifestazione e nel contempo costituiscono l’occasione di confrontarci con la generazione dei ventenni di oggi». “Avere vent’anni” è dunque il tema scelto dalla direzione artistica del Festival composta da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart. «Se siamo ancora qui e se siamo cresciuti bene il merito è di tutti, ma sicuramente lo staff è stato più che fondamentale e continua ad esserlo»: così esordisce Walter Guadagnini dopo i saluti del sindaco Marco Massari e dell’assessora regionale alla Cultura Gessica Allegni. «Partiamo da un signore che aveva vent’anni nel 1958… è Daido Moriyama, ovvero uno degli straordinari protagonisti della fotografia mondiale. Fotografia Europea che presenta sempre l’omaggio a un grande protagonista della storia della fotografia, ha avuto la possibilità di intercettare questa mostra: abbiamo fatto di tutto per averla, è un'occasione unica. Al piano terra dei Chiostri saranno esposti i suoi primi lavori del 1968; Moriyamai ha raccontato che cos’era il ‘68 in Giappone, cioè un momento decisivo perché per la prima volta i giovani si affacciavano da protagonisti alla storia politica, all’attualità»
Ai Chiostri anche la mostra del fotografo britannico Andy Sewell che presenta “Slowly and Then All at Once” in cui esplora varie forme di potere e di protesta, attraverso una sequenza di immagini articolate su più pannelli. Altro progetto espositivo è “Mal de Mer” di Claudio Majorana che compie un viaggio nel complesso universo dell’adolescenza con le sue domande, le paure e dubbi, sullo sfondo di paesaggi evocativi della periferia di Vilnius. La mostra “You don’t die” di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla - giornalista iraniana e fotografo del quotidiano Le Monde - racconta la rivolta del popolo iraniano scoppiata dopo la tragica morte di Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre 2022, a seguito delle violenze subite dopo l’arresto da parte della polizia morale, che ha ritenuto il suo modo di vestire non rispettoso dei rigidi codici imposti dalla Repubblica Islamica dell'Iran. L’artista britannica Vinca Petersen raccoglie nel progetto “Raves and Riots” scatti provenienti dai suoi viaggi in tutta Europa, mentre in “We Are Carver” Jessica Ingram invita, con un linguaggio di immediata evidenza, a entrare alla George Washington Carver High School di Columbus (Georgia) per seguire gli studenti cadetti nel passaggio dall'adolescenza all’età adulta. Un’altra mostra è quella di Thaddé Comar “How Was Your Dream?” che esplora le nuove forme di insurrezione nell'era post-contemporanea dominata da metodi di controllo sociale sempre più onnipresenti. “Control Refresh” è il frutto del lavoro di Toma Gerzha, fotografa di origini russe la cui ricerca si concentra sulla vita e della Generazione Z in Russia e nell’Europa orientale, mentre della Generazione Z in Italia si occupa il progetto “Frammenti” di Karla Hiraldo Voleau ispirato al documentario di Pier Paolo Pasolini “Comizi d’Amore” (1964); infine Kido Mafon cattura la frenetica vita notturna e la cultura giovanile di Tokyo in “Ifucktokyo - Dual Main Character”.
Fotografia Europea a Palazzo da Mosto ospita il progetto commissionato a Federica Sasso intitolato “Intangibili, sulla vita dei giovani caregiver nel territorio di Reggio”: sono ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni che dedicano una parte importante del loro tempo alla cura di familiari, sacrificando parte della loro giovinezza. Palazzo da Mosto ospita l’esposizione di libri fotografici “Fluorescent Adolescent” a cura di Francesco Colombelli e i progetti selezionati dalla giuria della Open Call di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject e Matylda Nizegorodcew. Il Festival è promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio con il contributo della Regione Emilia-Romagna. © RIPRODUZIONE RISERVATA