Gazzetta di Reggio

Martedì 4 marzo

Neri Marcorè a Guastalla nel segno di De Andrè

Neri Marcorè a Guastalla nel segno di De Andrè

In scena al Teatro Ruggieri “La buona novella” che intreccia canzoni con i brani dei Vangeli apocrifi

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Reggio Emilia Proseguono gli spettacoli della stagione teatrale del Teatro Ruggeri. Questa sera (ore 21) andrà in scena “La buona novella” di Fabrizio De Andrè. Uno spettacolo con Neri Marcorè e Rosanna Naddeo, per la regia di Giorgio Gallione Il progetto teatrale su “La buona novella” è stato pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Fabrizio De André con i brani tratti da quei Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco del 1970, il primo concept-album di De André, costruito quasi nella forma di un’Opera da camera, ovvero composto per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo.

I brani parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria. Uno spettacolo originale, recitato, agito e cantato da una compagnia di attori, cantanti e musicisti che pensano l’opera di De André come un ricchissimo patrimonio che può comunque ben resistere anche all’assenza dell’impareggiabile interpretazione del suo creatore. Marcorè e il drammaturgo e regista Giorgio Gallione rinnovano il loro sodalizio artistico nel nome del grande cantautore. «La buona novella – scrive Galliani – tratta certo della Passione di Cristo, per De André il più grande rivoluzionario di tutti i tempi, ma la racconta anche dalla parte di Maria, madre bambina inconsapevole e prescelta prima, straziata e piangente mater dolorosa (…). La buona novella non è solo un concerto, ma uno spettacolo originale, recitato, agito e cantato da una compagnia di attori, cantanti e musicisti che pensano l’opera di De André come un ricchissimo patrimonio che può comunque ben resistere, come ogni capolavoro, anche all’assenza dell’impareggiabile interpretazione del suo creatore». © RIPRODUZIONE RISERVATA