Gazzetta di Reggio

Reggio Emilia

Catomes Tôt, due mesi di live con il meglio del panorama indipendente

Massimo Sesena
Catomes Tôt, due mesi di live con il meglio del panorama indipendente

Il presidente Daniele Sghedoni: «Per l’estate ci piacerebbe goderci il Parco Cervi per altra musica dal vivo ma all’aperto»

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Reggio Emilia Maledetto (o benedetto? Chissà...) fu Sanremo. Se davvero questo sarà l’anno della svolta del Catomes Tôt, un po’ di merito se lo prenderà anche l’ultima edizione del festival canoro che nel calendario italiano sta tra natale e pasqua, così ingombrante da scimiottarne riti e attese. E questo perché una delle scommesse già vinte da Daniele Sghedoni, Nicola Bigi e gli altri ragazzi che hanno preso a cuore il circolo di Porta Brennone è stata proprio quella di riempire il Catomes di giovani nelle serate di Sanremo. E non per dar loro un’alternativa ma, al contrario per far loro godere il festival che non a caso è passato alla storia come quello del pubblico più giovane di sempre. C’è ancora domani, verrebbe da dire. E i primi a crederci sono proprio loro, i ragazzi del Catomes. E tra questi c’è il presidente del Circolo, Daniele Sghedoni che, dopo aver rimesso in sesto una barca che rischiava di non uscire dal porto ora viaggia a vele spiegate verso il suo sogno: far diventare il Catomes Tôt un punto di riferimento per la musica dal vivo, un porto ambito per tutto il panorama della musica indipendente.

«Quella di dare una risposta alla richiesta di musica dal vivo che c’è tra i ragazzi di Reggio – dice Sghedoni – è una cosa che voglio fare da anni. Stavolta ci riusciamo, grazie al fatto di esserci aggiudicati un bando del Comune sotto lo slogan Cultura Pop, Volontariato Cool e, grazie all’interesse che verso il nostro progetto ha da subito mostrato l’assessore Marco Mietto».

Va detto che non partite proprio da zero...
«Certo. In questi anni abbiamo potuto contare sui preziosi contributi di altri amici, come Vittorio Gozzi, Olivier Manchon e Bruno Brenno Ferrari. Quello che si è realizzato in questi anni porta anche la loro firma».

Ma questa è di fatto la prima rassegna, non è così?

«Questa la prima ambizione: fare qualcosa che non sia sporadico, ma che diventi invece l’inizio di un percorso che porti il Catomes Tôt a diventare un punto di riferimento per la musica indipendente».

Quanto hanno inciso i buoni risultati ottenuti con le serate sanremesi?

«I risultati di quelle serate, al di là di ogni più rosea previsione ci hanno dato la spinta decisiva per dire: ok, questa è la strada da seguire».
La scelta di non far pagare per entrare a questi concerti è rischiosa, non crede?

«Grazie al bando che ci siamo aggiudicati e agli sponsor che credono nel progetto, possiamo farlo. Ed è anche un modo per andare oltre il quotidiano e adottare una visuale più ampia. Perché a maggio finisce questa rassegna, ma poi...

Ma poi?

«Poi arriverà l’estate e a noi piacerebbe goderci il Parco Cervi per altra musica dal vivo ma all’aperto. E poi a ottobre, ripartire con un’altra rassegna».

Non starete fermi nemmeno nel weekend del 25 aprile...

«L'idea è quella di realizzare un mini festival delle Resistenze tra musica e testimonianze dal mondo. Domenica 27 si esibiranno i Fede'N'Marlen e l'irlandese Andy White. Non solo musica però: stiamo organizzando un incontro con giovani esponenti della resistenza ucraina e ci stiamo attrezzando per avere un ospite italiano».l © RIPRODUZIONE RISERVATA