Michele Padovano, l’odissea giudiziaria in un libro: l’evento con la Gazzetta, ecco come fare per partecipare
L’ex giocatore della Reggiana presenterà “Tra la Champions e la libertà” a Modena. Come fare per partecipare
Dalla vittoria della Champions League con la Juventus nel 1996 a una complessa e travagliata vicenda giudiziaria. L'ex calciatore Michele Padovano racconta la sua storia nel libro Tra la Champions e la libertà, in cui ripercorre anche la stagione 1993/94, quando contribuì alla salvezza della Reggiana in Serie A. L'opera sarà presentata giovedì 27 marzo alle 19:30 presso il David Lloyd in Stradello San Marone, a Modena. All’evento di cui la Gazzetta è media partner – con ingresso riservato agli iscritti al club e ai loro ospiti – ci saranno anche Gianluca Presicci, compagno di squadra ai tempi del Cosenza e amico fraterno di Padovano, e il giornalista di Sky Marco Nosotti. Un’odissea, quella che ha visto protagonista l’ex granata, che si è chiusa il 31 gennaio 2023 e raccontata, oltre che nel libro, dal docufilm “Innocente, 17 anni senza libertà”. Assolto dall’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti: questa la formula stabilita dalla sentenza del processo d’Appello bis a carico di Michele Padovano, attaccante classe 1966 che ha giocato – tra le altre squadre – anche nella Juventus, nel Napoli e nel Genoa. Assoluzione arrivata al termine di una vicenda iniziata il 10 maggio 2006, quando l’ex bomber – oggi 57enne e all’epoca direttore generale dell’Alessandria – era stato coinvolto in una vasta inchiesta della procura di Torino, con l’infamante sospetto di aver prestato soldi a un suo amico d’infanzia ritenuto capo di un gruppo dedito al traffico internazionale di droga. In primo grado l’accusa aveva chiesto 24 anni.
La Cassazione aveva poi annullato con rinvio la condanna a 6 anni e 8 mesi rimediata in Appello. Nel mezzo, 10 giorni in isolamento e poi in carcere per più di tre mesi. A fine gennaio 2023 la nuova sentenza nell’Appello bis di Torino, che ha scagionato definitivamente Padovano da ogni accusa, 17 anni dopo. «La Corte d’Appello ha restituito a Padovano la propria dignità e la propria vita – il commento degli avvocati difensori Galasso e Francini –. Non abbiamo mai dubitato dell’innocenza del nostro assistito, che ha avuto la forza di continuare a credere nella giustizia pur in una vicenda così lunga, complicata e travagliata». Un’odissea che lo stesso Padovano ha ripercorso nel libro e nel docufilm su Sky che ne è seguito. «Un arresto in flagranza, con tre macchine della polizia, le manette ai polsi. In quel frangente pensavo di essere su “Scherzi a parte”. Poi, per i modi e i tempi che si allungavano, ho capito che non era così. Ma non riuscivo a darmi una spiegazione», racconta l’ex attaccante. Dopo una perquisizione domiciliare, «alle 4 del mattino mi trasferiscono nel carcere di Cuneo in isolamento, dove resto 10 giorni. Non ho visto l’aria, il cielo, non ho fatto una doccia: c’erano una turca e un lavandino. Mangiavo una mela. Poi in carcere a Bergamo, reparto speciale». Comincia l’agonia dei domiciliari, dell’obbligo di firma, nel frattempo il mondo del calcio gli volta le spalle (tranne gli amici fraterni Presicci e Vialli): «Sono finito nell’indagine perché ho prestato 36mila euro a un amico d’infanzia che mi disse che gli servivano per acquistare un cavallo. In quello stesso periodo lui faceva anche altro, ma io non c’entravo nulla con le sue altre attività». Padovano ha commentato così la decisione dei giudici che lo hanno fatto uscire da un tunnel in cui è stata inevitabilmente fagocitata anche la sua famiglia: «Per 17 anni un clic ha spento la luce nella mia vita. Ora il buio se n’è andato via, sono rimasto quasi accecato, mi si è di nuovo scaldato il cuore. Ringrazio la giustizia, i miei avvocati, mia moglie, mio figlio e quanti mi hanno creduto. L’assoluzione mi ha restituito fiducia». Una storia di mala giustizia da mettere i brividi, che si lega a quella di Denis Bergamini, amico e compagno di squadra di Padovano a Cosenza e ucciso nel 1989. La vicenda giudiziaria di Bergamini, conclusasi il 1° ottobre 2024 con la condanna in primo grado dell’ex fidanzata per concorso in omicidio volontario, si intreccia con quella di Padovano, anche nel libro, in maniera così stretta come possono essere i legami indissolubili che Michele ha saputo intrecciare nella sua vita.
Come partecipare
L’evento del 27 marzo al David Lloyd ha nella Gazzetta di Reggio e nella Gazzetta di Modena un partner particolare. Attraverso il nostro giornale, infatti, sarà possibile assistere alla serata che, lo ricordiamo, diversamente sarebbe aperta ai soci del club e ai loro ospiti. La Gazzetta, invece, darà la possibilità a venti lettori di ottenere due ingressi a testa (quindi in tutto quaranta posti). Cosa bisognerà fare? Semplicemente rispondere a una domanda, in realtà, non così scontata: che cos’è per te la giustizia? La serata, infatti, sarà dedicata ad approfondire la vicenda di Michele Padovano, vittima di una ingiustizia giudiziaria durata anni. Ecco, allora, che per poter ottenere i due ingressi alla serata ogni lettore dovrà, con una frase, dare il suo senso di giustizia, la sua definizione, la sua visione. Una sola frase, seguita da nome, cognome, mail e generalità anche dell’altro accompagnatore. Saranno premiate le venti definizioni giudicate più profonde ed efficaci. Si potrà partecipare inviando una mail all’indirizzo sport.mo@gazzettadimodena.it. Ci sarà tempo fino a domenica, lunedì saranno comunicati i nomi dei vincitori. Chi sarà selezionato avrà la possibilità di vedere anche la sua frase scritta all’interno del club per la serata. L’evento, di cui Gazzetta e i quotidiani emiliani del gruppo Sae sono partner, ha come sostenitori anche Lapam, Caffè Cagliari, Audi Zentrum Schiatti Motor, Pentabevande Drink Store, Centro Sportivo Italiano di Modena con il patrocinio del Comune di Modena.