La donna nella Resistenza narrata da Liliana Cavani: oggi la regista a Reggio Emilia
Questa sera al Rosebud con il docufilm realizzato nel 1965
Reggio Emilia Il ricco programma delle celebrazioni promosso e organizzato da Comune e Provincia di Reggio Emilia in occasione dell'80esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo prosegue al Cinema Rosebud questa sera (ore 21) con un appuntamento speciale a ingresso gratuito (fino a esaurimento posti) dedicato alla proiezione del documentario “La donna nella Resistenza” (1965, 47') per la regia di Liliana Cavani. La serata, aperta dai saluti istituzionali di Marco Massari, sindaco di Reggio, e di Marco Mietto, assessore comunale a Cultura e Giovani, vedrà un interessante dialogo tra la stessa Cavani e Simonetta Fiori, giornalista di Repubblica. Realizzato per la Rai nel 1965 in occasione del ventennale della Resistenza, il documentario di Liliana Cavani costituisce ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per le tematiche affrontate. Oltre ad essere stato uno dei primi lavori ad esplorare il ruolo della donna durante la Resistenza, nonché la condizione di emarginazione nel Dopoguerra - temi fino a qual momento scarsamente affrontati nel dibattito pubblico - il documentario offre una preziosa attestazione dell'importante contributo fornito dalle donne alla lotta contro il fascismo e l'occupazione nazista. In poco meno di un'ora, Cavani ci propone una serie di interviste a una ventina di donne partigiane di età, condizioni sociali e provenienza geografica diverse. Denso di testimonianze toccanti e spesso drammatiche, il film apre ancora oggi a un dibattito, sempre vivo e urgente, su tematiche di stretta attualità quali ruoli, parità, differenze di genere e stereotipi.
Attraverso il documentario, Cavani esplora in modo crudo e realistico l'importante, ma spesso invisibile, contributo delle donne alla Resistenza mettendo in luce le difficoltà e le sfide che si ritrovavano ad affrontare, non solo a causa della guerra, ma anche per le convenzioni sociali del tempo che le relegavano a ruoli subalterni. Al di là e oltre il suo valore documentale, l'importanza storica del film risiede anche nell'operazione stessa compiuta dalla regista che decide di dare voce alle donne in un contesto storico e sociale in cui la memoria della Resistenza era ancora, in prevalenza, legata al ruolo degli uomini. Dando voce e corpo ad alcune delle protagoniste dalla Resistenza, Cavani restituisce loro una dignità storica troppo spesso ignorata o marginalizzata. Il documentario rappresenta anche una tappa importante nella carriera della stessa Cavani che, in seguito, sarebbe diventata una delle voci più interessanti del cinema italiano. “La donna nella Resistenza” è parte di una più ampia serie di inchieste, realizzate da Cavani per la televisione, che segnano i suoi primi passi dietro la macchina da presa. Le figure storiche di cui Cavani si occupa la interessano soprattutto per l’attualità del loro insegnamento, spesso riconducibile a modelli non violenti di contestazione degli ordini costituiti. Tra questi primi lavori vi sono inchieste a sfondo sociale e politico dal forte impatto quali, ad esempio, La storia del Terzo Reich (1963-64), Età di Stalin (1964), La casa in Italia (1964-65) e Philippe Pétain: processo a Vichy (1965), premiato con il Leone d'Oro come miglior documentario alla Mostra di Venezia nel 1965.l © RIPRODUZIONE RISERVATA