“Il gelso di Gerusalemme” di Paola Caridi ai Martedì della Luc
Racconta la storia millenaria del Medio Oriente e del Mediterraneo attraverso la vita dei suoi alberi, e il modo in cui si è intrecciata con le vite delle persone
Reggio Emilia Paola Caridi presenterà “Il gelso di Gerusalemme” martedì (ore 17.30) per i Martedì della Luc presso all’Aula Magna Manodori dell’Università di Modena e Reggio, in conversazione con Gino Ruozzi. L’incontro è a ingresso libero. La interminabile, tremenda guerra in Medio Oriente non pare trovare una soluzione dopo l’esecrabile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la feroce controffensiva scatenata dal governo israeliano. Le ragioni di questa situazione affondano nella assai complessa nascita dello stato sionista e la conseguente espulsione dei palestinesi dai loro territori. Paola Caridi scrittrice, giornalista e documentarista italiana, che ha collaborato con diverse testate italiane e internazionali e che ha vissuto a lungo in Medio Oriente, aveva già affrontato queste tematiche con i libri Hamas (Feltrinelli 2009, poi rieditato ed aggiornato nel 2023) e Gerusalemme senza Dio (Feltrinelli, 2013), ci propone ora, con Il gelso di Gerusalemme. L’altra storia raccontata dagli alberi (Feltrinelli 2024), una prospettiva inedita e affascinante: raccontare la storia millenaria del Medio Oriente e del Mediterraneo attraverso la vita dei suoi alberi, e il modo in cui si è intrecciata con le vite delle persone, scardinando prospettive consolidate e spostando la narrazione dall’umano per affidarla agli alberi, creature silenziose che attraversano epoche e civiltà, portando memoria, resistenza, bellezza.
Ma Caridi nel libro rovescia anche l’immaginario europeo che si figura quei luoghi come aridi, rocciosi, desertici, attraversati da venti caldi, raccontando, al contrario, delle ampie piantagioni delle arance di Jaffa che, grazie al lavoro di contadini ed agronomi palestinesi, vengono coltivate e apprezzate già nella metà dell’Ottocento. La narrazione “botanica”, accompagnata spesso da tratti nostalgici, ci lascia immaginare come fosse stata Gaza nel corso dei millenni, quando era costellata dai sicomori che creavano «una strada a nord di Rafah, in direzione della città. Una strada lunga che doveva essere una meraviglia per il viaggiatore: mille sicomori che la costeggiavano a destra e a sinistra per due miglia, e gli alberi erano così grandi che i rami arrivavano a toccarsi».l © RIPRODUZIONE RISERVATA