Ferragosto a Valestra di Carpineti tra casagai, musica e tradizioni
Tre giorni di festa nel borgo dell’Appennino reggiano con la specialità locale, concerti, ballo liscio e appuntamenti culturali
Carpineti Tre giorni di casagai, musica, condivisione. Saranno gli amatissimi casagai, uno dei piatti estivi reggiani montanari più peculiari, i grandi mattatori della tre giorni di festa in programma a Valestra di Carpineti da giovedì 13 a sabato 16. Il paese ospiterà una versione allargata della tradizionale festa dei casagai, grande specialità locale con ricette tramandate da generazioni. Il ritrovo è dalle 18.30 di giovedì nell’area feste allestita nel campo sportivo locale, a fianco della chiesa, per l’apertura del ristorante che proporrà casagai, tortelli fatti in casa, grigliate, gnocco fritto. Un menù decisamente tipico, che mette al centro i casagai, ovvero polenta unita a fagioli, lardo e spezie, poi fritta e servita a pezzetti. Una combinazione diffusa in tutto l’Appennino, ma che a Valestra propongono in versione speciale, con l’antica ricetta custodita dagli abitanti con tutti gli ingredienti particolari, dai condimenti all’utilizzo del Parmigiano Reggiano. Dopo cena, si proseguirà con il ballo liscio dell’orchestra di Maurizio Leonardi. In tutte le serate, funzioneranno bar, birreria e banchetti con regali e giochi.
A Ferragosto si riprende a pranzo alle 12.30, con un menù fisso e la necessità di prenotare in anticipo a Fabio al numero 338/1736851. Si prosegue alle 16 con la presentazione del libro “L’acqua cuntra su l’an ga va”, lavoro di ricerca sul dialetto e le tradizioni di Flavia Pigozzi, stimatissima insegnante di Valestra. Con l’autrice, dialogherà il giornalista Gabriele Arlotti. Alle 17 si prosegue con il concerto di pianoforte di Daniele Frigieri, all’interno della chiesa parrocchiale. Per la cena si riparte alle 18.30, con un menù identico a quello della serata precedente, prima del liscio con l’orchestra di Massimo della Bianca. Sabato si conclude con la Festa del Monte, trasloco a valle della più sentita manifestazione tradizionale di Valestra, la festa sul monte Valestra all’oratorio di Santa Maria Maddalena del 22 luglio, a mille metri di altezza. Il ritrovo è anche in questo caso alle 18.30 con la cena con pizza e casagai, alle 19.30 tocca al concerto de Il salotto di Dan e all’esibizione dei Bandarabà, conosciutissima formazione da ballo reggiana. Il gran finale è affidato al dj set del collettivo Seven Monkey assieme alla vocalista Jennifer, per un momento organizzata in collaborazione con il Fuego e il patrocinio del Comune di Carpineti. La manifestazione carpinetana mette al centro una specialità tipicamente estiva, nonostante la robustezza degli ingredienti e della frittura non faccia certo pensare ad un piatto per i mesi caldi. Eppure, da sempre in montagna i casagai sono una tradizione fissa per sagre e feste da giugno a settembre. Come spesso in questi casi, le ricette variano da località a località, con differenze forse minime ma ritenute fondamentali dai cuochi. L’impianto di partenza è condiviso in tutta la zona appenninica. La polenta di mais, una volta pronta, viene miscelata con il condimento, quello che a Valestra chiamano “cünsèri”. Ci sono fagioli, lardo, aglio, rosmarino, spezie e – almeno a Valestra – altri ingredienti. Forse formaggio, forse altre conce. Tutti elementi poveri per un piatto che nasce povero, anche se sostanzioso. Una volta condita la polenta viene versata in piatti tondi e fatta raffreddare; quando è solida viene tagliata in quattro parti, creando i pezzetti che poi dovranno essere fritti. La ricetta originale prevedeva rigorosamente la frittura nello strutto, oggi si ricorre spesso anche all’olio. Il risultato è davvero gustoso, anche se magari non consigliato a chi ha problemi di digestione. In questi ultimi anni, la tradizione dei casagai è tornata a farsi forte e radicata, dopo un periodo di “assenza” il piatto si trova anche in tanti ristoranti, dove vengono proposte pure variazioni sul tema. L’origine però è chiara, la più classica delle polente di mais, il piatto principale dei poveri contadini emiliani. Più misterioso il nome. Le storie al riguardo sono tante, una delle più note porta a un gatto, involontario creatore dei cazzagai (i calza-gatti). Una cuoca, mentre sta portando dei fagioli in umido in tavola, inciampa in un gatto addormentato sotto alla stufa. I fagioli dalla teglia finiscono nel pentolone dove sta cuocendo della polenta, nell’altra fiamma. La cuoca, per non buttare via nulla, inventa i casagai: raffreddare la polenta involontariamente condita, la taglia a fette, la frigge e la propone al marito e ai figli, ottenendo pieno gradimento per la creazione improvvisata. l © RIPRODUZIONE RISERVATA