Aterballetto mette l’inverno in danza grazie alla coreografa Crystal Pite
Reggio Emilia: al Teatro Valli per il FestivalAperto la produzione ispirata a Brahms
Reggio Emilia Mercoledì alle 20.30 il Centro Coreografico Nazionale Aterballetto danzerà al Teatro Valli di Reggio Emilia per Festival Aperto. I danzatori sono i protagonisti di una produzione firmata dalla pluripremiata Crystal Pite, coreografa canadese ormai nell’Olimpo della danza. “Solo Echo” si ispira a due sonate per violoncello e pianoforte di Johannes Brahms e alla poesia “Lines for Winter” di Mark Strand. Come nella poesia di Strand, “Solo Echo” invoca l’inverno, la musica e il corpo in movimento per esprimere qualcosa di essenziale sull’accettazione e la perdita. Crystal Pite è una delle voci più affermate della danza contemporanea internazionale. Le sue creazioni, caratterizzate da una narrazione visiva coinvolgente e un uso magistrale della musica, hanno ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo. “Reconciliatio” è un delicato passo a due femminile ispirato alla lettura dell’Apocalisse, firmato da uno dei più importanti coreografi a livello internazionale Angelin Preljocaj.
Il duetto prescelto per raccontare il tema della riconciliazione è tratto da “Suivront mille ans de calme” (Seguiranno mille anni di calma), un lavoro caratterizzato da una vena poetica e impressionista, ispirato a una lettura non letterale dell’Apocalisse. Per Angelin Preljocaj nello spettacolo originale – e tantomeno in questo duetto femminile – non vanno ricercati quindi riferimenti puntuali al testo di San Giovanni. Si tratta invece di rivelare, svelare e mettere in evidenza elementi presenti nel nostro mondo, ma sottratti ai nostri sguardi. E nella delicata relazione tra le protagoniste di “Reconciliatio” emergono, visibili e invisibili, i temi ai quali facciamo riferimento. L’ultima coreografia “Glory Hall” è la nuova produzione firmata da Diego Tortelli, che regala un affresco di sensualità e travolgente vitalità. In “Glory Hall” i sedici danzatori di Aterballetto si muovono in uno spazio nero ma mai oscuro. La coreografia si sviluppa come un rito estatico dove sensualità e spiritualità profana si intrecciano, creando un gioco continuo tra piacere, virtuosismo e la ricerca di una personale versione di gloria. In “Glory Hall” la musica guida in un crescendo di armonia e trasgressione, per un’estasi che non conosce confini, tra sonorità rock e melodie sinfoniche. © RIPRODUZIONE RISERVATA