C’era una volta il Montecchio Bainait: la storia del locale diventa un libro
Montecchio Emilia: giovedì sera la presentazione del volume di Paolo Valli, ideatore del circolo Arci nei sotterranei del castello. Con le incursioni musicali di Johnny La Rosa e tanti altri testimoni dell’epoca
Montecchio Emilia Un visionario e la sua ciurma, un circolo Arci che spunta dai sotterranei di un castello, un’esplosione di creatività e performance con grandi attori e musicisti anche di livello internazionale: tutto questo in estrema sintesi è stato nei primi anni ’90 il Montecchio Bainait, un “marchio” che ha animato e spiazzato lo scenario artistico e culturale reggiano dell’epoca. Ideato e “fatto a mano” da Paolo Valli insieme ad un gruppo di amici un po' folli, il Bainait è uno dei circoli Arci reggiani più longevi e che si è distinto sempre per originalità ed atmosfere sperimentali, dove arte, musica e creatività diventavano un potente motore di aggregazione e di divertimento. La genesi del circolo è raccontata in un brillante volume – corredato da alcune perle fotografiche d’epoca - proprio da Paolo Valli che in un flusso tanto caotico quanto coinvolgente ha raccolto le sue memorie regalandoci autentiche perle del “mood” culturale e musicale degli anni ’90 (compresi gli anni della migrazione estiva del Bainait ai Chiostri di Reggio Emilia). Sono gli anni più fecondi per la “Reggio che balla”, in cui al fiorire delle discoteche di tendenza fanno da contrappunto alcune esperienze socio-culturali ed artistiche - spesso maturate in seno all’Arci - che esplorano altre strade e si aprono a nuove contaminazioni.
Al nascente Bainait transita il genio pittorico di Lele Luzzati che deposita sui suoi muri due splendide opere, e via via si presentano sul suo piccolo palco – grazie al circuito di relazioni di Paolo Valli – artisti del calibro di Marco Paolini, Mara Redeghieri, Paul Boss, Bustric, gli Avion Travel e tantissimi altri. Al di là di musicisti e performer che poi diventeranno più o meno famosi – o che resteranno “a km zero” come dice l’autore – si cementa un modo di essere: al Bainait gli stili musicali si mischiano, irrompono il teatro e le improvvisazioni, scompaiono le distanze tra il palco e i tavolini “ruspanti,” si incontrano e si incuriosiscono generazioni distanti tra loro e abituate a non condividere spazi ed emozioni. Il tratto ancor più sorprendente e divertente di quell’esperienza è la “formula manageriale” raccontata dalla prosa divertente di Valli, quanto di più distante dalle odierne startup business-oriented: passione, improvvisazione, approssimazione prendono da subito il sopravvento dietro al bancone del bar e disegnano un’aura “folle” ed estemporanea a cui non si può non affezionarsi. Sì, bisogna che lo ricordiamo: c’è stato un momento in cui la musica dal vivo si faceva per il piacere e il gusto di proporla senza l’ansia dei business plan e senza il bisogno di diventare famosi. In quegli anni, grazie al gruppo del Bainait, nasce anche il fenomeno dell’estivo ai Chiostri: i “montecchiesi” sbarcano in città e restituiscono un’anima a luoghi “perduti” come i Chiostri di San Domenico e di San Pietro che diventano in quegli anni un cuore pulsante dell’estate reggiana in centro storico. Il libro, corredato da contributi di Paolo Gallinari (presidente Arci dell’epoca), Iller Cavatorti (ex Sindaco di Montecchio) e Antonio Audino (critico teatrale de Il Sole 24 Ore), è edito da TM Edizioni di Reggio Emilia; sarà presentato con un happening d’improvvisazione la serata di Giovedì 11 dicembre al circolo Bainait di Montecchio che conserva fortunatamente ancora poderose tracce degli esordi (sui muri è ancora impressa l’opera pittorica di Lele Luzzati): Paolo Valli sarà incalzato da Chiara Cabassa e Alessandro Gandino con incursioni musicali di ospiti come Johnny La Rosa ed altri testimoni dell’epoca, oltre che le autorità locali e i dirigenti dell’Arci provinciale che hanno collaborato alla pubblicazione del libro. l © RIPRODUZIONE RISERVATA
