Gazzetta di Reggio

Rubiera

La stagione di prosa dell’Herberia riparte con sei assi nella manica

La stagione di prosa dell’Herberia riparte con sei assi nella manica

Tra i protagonisti in cartellone anche Giuliana Musso e Tommaso Banfi

4 MINUTI DI LETTURA





Rubiera La stagione di prosa del Teatro Herberia di Rubiera, ideata e promossa da La Corte Ospitale, riprende a gennaio con sei spettacoli che ci accompagneranno fino a marzo 2023. Classici e novità dalla scena contemporanea italiana, produzioni nuove e storiche di Corte Ospitale, per una proposta variegata che restituisce il presente attraverso il teatro.

«Dopo una prima metà stagione molto orientata sui linguaggi del contemporaneo – afferma Giulia Guerra, direttrice di Corte Ospitale – la seconda parte si presenta con un impianto più tradizionale, pur senza rinunciare alla nostra vocazione di ricercare ciò che di nuovo si muove nella scena contemporanea, per stare nel presente attraverso il teatro. Sei spettacoli compongono la seconda parte del cartellone con una proposta di pluralità di stili e linguaggi che offre ai nostri spettatori e spettatrici un panorama sul nuovo teatro contemporaneo nazionale. Spazieremo tra i generi, con un filo conduttore importante, quello del nostro presente, perché ritrovarsi a teatro contribuisca a rinnovare un rito, quello del teatro come luogo politico, dove ritrovarsi diventa esercizio di democrazia e partecipazione».

La stagione prende il via l’11 gennaio con “Il malato immaginari-l’ultimo viaggio” della compagnia Stivalaccio Teatro, un adattamento del classico di Molière: un inno alla vita, alla risata e alla bellezza, cantato dai saltimbanchi, condito di una farsa feroce, intrisa d’amore per il pubblico.

Il 2 febbraio torna a Rubiera Giuliana Musso con “Sexmachine”, un affresco della società contemporanea vista da una particolare angolazione, quella del sesso a pagamento. Giuliana Musso riporta sulla scena questo suo storico spettacolo nel 20° anniversario dal suo debutto. Torna a dare voce e anima a sei personaggi, quattro uomini e due donne, che, visti in sequenza, formano un quadro di contemporanea umanità, complessa, multiforme, ridicola. Una produzione la Corte Ospitale, in scena con Giuliana Musso, Gianluigi Meggiorin.

Il 10 febbraio, al Teatro Herberia, una nuova produzione La Corte Ospitale, “Incendi,” il secondo capitolo del progetto di Fabrizio Sinisi e Mario Scandale, che indagano quel fragile territorio di frontiera che è la giovinezza e la sua relazione, ora come allora, con il mondo esterno: le potenti dinamiche genitoriali da troncare e gli altrettanto potenti movimenti politici e sociali in cui si è immersi, nella Berlino degli anni Trenta, movimenti che influenzano scelte e cambi di direzione e che a volte possono essere fatali. Protagonisti Marina Occhionero, Dario Caccuri, Luca Tanganelli ed Alessandro Bay Rossi.

Il 5 marzo fa tappa a Rubiera “Non tre sorelle”del giovane Enrico Baraldi, liberamente “non” ispirato a un’opera di Cechov. Spettacolo in quattro lingue: italiano, inglese, ucraino e russo, con sopratitoli in italiano e ucraino, nato dall’incontro con un gruppo di attrici di Kyiv giunte in Italia grazie al progetto di accoglienza Stage4Ukraine. “Non tre sorelle” si interroga su che cosa significhi oggi portare in scena un testo simbolo della letteratura Russa. Enrico Baraldi, regista: «Che cosa è, per noi (e per loro) Mosca oggi? Questo si domandava Cechov nel 1901, inaugurando il secolo con una delle opere più rappresentate del suo teatro, le Tre Sorelle. Come sarà la vita dopo di noi? E tutto questo soffrire, che senso ha? Abbiamo chiesto a tre di loro, tre attrici ucraine, di prendere parola e raccontarlo in scena insieme a noi». Una produzione Teatro Metastasio di Prato.

Il 16 marzo, sul palcoscenico dell’Herberia, “La Mappa del cuore” di Lea Melandri, di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi e con Francesca Pizzo, produzione Ateliersi di Bologna. Seguendo la “scandalosa inversione tra individuo e cultura” perseguita dalla Melandri, Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi conducono un viaggio emotivo attraverso quelle lettere intrecciando le urgenze adolescenziali di allora, le risonanze presenti, gli ardimenti sonori di Mauro Sommavilla e Vincenzo Scorza e le vibrazioni di Simon Le Bon nella splendida voce di Francesca Pizzo.

La stagione di prosa del Teatro Herberia si conclude il 30 marzo con “Cattivo”, con Tommaso Banfi e la regia di Giuliana Musso, coproduzione Compagnia ariaTeatro e La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale. Il testo di questo monologo nasce dal romanzo di Maurizio Torchio, “Cattivi”, edito da Einaudi nel 2015. Il desiderio di costruire un progetto artistico condiviso da parte di Musso e Banfi nasce dalla lettura del romanzo di Torchio che ha folgorato entrambi. Una storia perfetta per quel “teatro della compassione” che pare essere il naturale sviluppo del teatro d’indagine che Giuliana ha proposto negli ultimi vent’anni con le sue scritture. “Cattivo” è anche un testo che rientra nel codice del teatro civile: accende l’attenzione sulla questione dell’ergastolo.