Lamalite, un archivio dedicato all’arte e alla cultura in Appennino
Il progetto esordisce con un primo volume tra letteratura e fotografia
Reggio Emilia “Lamalite” è il nome del nascente archivio dell’arte contemporanea e della cultura dell’intero arco appenninico. Un archivio degli archivi delle opere di fotografi e videomaker, paesologi, scrittori e scrittrici, poeti, registi e così via. È l’ambizioso progetto lanciato dai reggiani Giuseppe Boiardi, fotografo, e Pierluigi Tedeschi, scrittore e performer per ricercare l’identità artistica e culturale della dorsale nazionale.
Il progetto “Lamalite” è stato presentato nelle settimane scorse al Circolo Culturale 49 di via Roma partendo da una prima pubblicazione, a cui, oltre ai due promotori, sono stati invitati a partecipare i fotografi Luigi Menozzi e Mimmo Spadoni. Tutti, in modo diverso, conquistati dall’Appennino. “Lama Lite”, come recita il brano di Tedeschi, interpretato da Nicola Cassone, è una cresta dell’Appennino Tosco-Emiliano, presa a simbolo della “spina dorsale del corpo Italia”, una sorta di confine interno lungo 1.500 chilometri, di cui il progetto vuol essere “memoria e chiave”. Lame che per secoli hanno diviso e unito genti diverse, tra odi e contaminazioni culturali, tra contrabbando e commerci, dalla Liguria alla Sicilia. «Litigare. Tra toschi ed emiliani, di qua e di là della schiena appenninica, di qui e di là del profilo dei monti. Per secoli, per una torbiera più ricca, per un agnello in più da sfamare, per una scodella in più di latte…». Montagne che poi anche «dividono le acque ed uniscono gli uomini». Che cultura esprimano oggi gli Appennini è la domanda che nasce da queste pagine. «Una grande quantità di lavori artistici sono stati realizzati lungo gli Appennini – afferma Boiardi –. Raramente questi lavori sono stati letti quali frammenti di una realtà più grande e complessa. Si provi a pensarli raccolti, indicizzati, divulgati all’interno di un unico contenitore dal quale attingere per studiare, ispirare, creare o più semplicemente ricordare. Un archivio vivo».
La sfida è quella di cercare i segni di un’identità in quell’arte che vuol interpretare l’Italia centrale e montanara, il 75 per cento del territorio nazionale, fatta perlopiù di piccolissimi paesi e comuni. Ricercare cosa siano oggi, tra spopolamenti e turismo, e cosa stia nascendo nelle nuove forme di vita e di arte che guardano agli Appennini, un “non luogo” della consapevolezza nazionale, ricco di storia, cultura, bellezza, povero di una adeguata attenzione.
«Vogliamo dare una forma a quello che forma non ha – continua Boiardi – che di fatto esiste, ma di cui non c’è consapevolezza. Un archivio come un luogo dinamico, per fare ricerca, conoscere le espressioni artistiche che riguardano gli Appennini».
Il progetto “Lamalite” raccoglierà a cadenza annuale frammenti d’archivio d’Appennino. La prima pubblicazione unisce quattro lavori dalla cifra comune, ciascuno con una propria poetica, e si apre con il brano “Lama Lite” di Tedeschi. A seguire tre progetti in bianco e nero. Le immagini di Luigi Menozzi provengono dalla sua ricerca pluriennale sulla Pietra che, al di fuori di ogni cliché, vede la pietra legare terra e cielo in un asse quasi sacrale. Il sacro ritorna nelle fotografie a Cerreto Alpi di Mimmo Spadoni, dal cui profondo nero emergono accenni di presenze umane e animali. Una montagna corporea come una deposizione o un parto è quella di Giuseppe Boiardi, nomade tra il Bocco e il passo del Cerreto. Una comune ricerca di essenzialità e di senso, alla quale l’Italia minore, tutta da indagare, può ancora offrire una opportunità.
“Lamalite” è reperibile in alcune librerie cittadine come la Libreria del Teatro, Punto Einaudi, Bizzocchi. Dopo la presentazione a Reggio, si continua. Prossimo appuntamento domenica alle 17.30 a Fano, Spazio Pagani, a cura di Centrale Fotografia.