Gazzetta di Reggio

Reggio Emilia

“Un ballo in maschera” al Valli tra gelosie, tradimenti e rinunce

“Un ballo in maschera” al Valli tra gelosie, tradimenti e rinunce

L’opera della maturità di Giuseppe Verdi in scena venerdì e domenica

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Reggio Emilia Venerdì (ore 20) e domenica (ore 15.30) al teatro Valli torna la stagione lirica con “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi, una delle grandi opere della maturità, dove gelosia, tradimento, amore e rinuncia – tipici temi verdiani – si uniscono a un’inedita leggerezza e ironia nel raffigurare lo sfondo su cui si snoda il poema di un amore impossibile e disperato. Presentato nell’allestimento della Fondazione Teatro Regio di Parma, in coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, l’orchestra sarà la Filarmonica di Parma diretta da Alessandro D’Agostini, la regìa di Massimo Gasparon, da un’idea di Pierluigi Samaritani. Secondo Massimo Mila, celebre critico e musicologo, Il Ballo in maschera è “il Tristano e Isotta di Verdi”. Una maga predice il tradimento e l’assassinio del re per mano del suo migliore amico. Ma il regicidio non poteva essere rappresentato e la censura si accanì, costringendo a un’ambientazione americana (il protagonista, Riccardo, finirà per essere il conte di Boston).

Massimo Gasparon, partendo dallo storico allestimento parmigiano del 1989 crea una nuova prospettiva drammaturgica dei personaggi attraverso un aggiornamento emozionale ed empatico, che non si rivela superficialmente solo estetico. Scrive nelle sue note di regia: “Potremmo (…) definire questa una ripresa con notevoli nuovi elementi scenografici e drammaturgici, un’occasione importante per ritrovare la modernità attraverso lo stile e la tradizione, dove il nuovo deve nascere dal nucleo classico della tradizione melodrammatica. La mia impostazione registica parte dalla ricerca profonda di una sensibilità sempre più attuale. Inoltre ho dato molta importanza alla componente esoterica e luciferina, che Verdi esalta continuamente: il numero Tre viene continuamente pronunciato e diventa un mantra satanico e denso di significati divinatori».