Gazzetta di Reggio

L’arte di Andriu Deplazes alla Collezione Maramotti

Giulia Bassi
L’arte di Andriu Deplazes alla Collezione Maramotti

“Burning Green” s’inaugura domenica 19 marzo nella Pattern Room

18 marzo 2023
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Reggio Emilia Continua l’impegno espositivo della Collezione Maramotti con il progetto di Andriu Deplazes dal significativo titolo di “Burning Green” (dal 19 marzo al 30 luglio, Pattern Room). Si tratta della prima mostra personale in Italia del giovane artista svizzero con base a Marsiglia: 30 le opere da ammirare perlopiù realizzate appositamente per questa esposizione.

Deplazes sviluppa il suo approccio formale e concettuale alla pittura, confrontandosi con inedite modalità di produzione e di allestimento. L’immaginario drammatico evocato dal titolo della mostra, declinato in uno stile originale che rielabora segni e atmosfere della pittura occidentale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – dall’Art déco a Ernst Ludwig Kirchner, da Ferdinand Hodler a Pierre Bonnard, da Käthe Kollwitz a Francis Bacon e a Nancy Spero – si collega sia ai temi che alla tecnica propri della ricerca di Deplazes. Il “verde che brucia” può essere un riferimento al paesaggio, alla crisi ambientale e allo sfruttamento aggressivo del territorio, così come agli elementi che rimandano alla sfera militare presenti in alcuni dei nuovi lavori o alle tracce di colori fluorescenti che connotano le opere dell’artista. Nel lavoro di Deplazes emergono echi di esperienze personali e frammenti di attualità intrecciati secondo due direttrici di ricerca primarie: il ruolo dell’essere umano, da un punto di vista filosofico e antropologico, sia nella sua dimensione sociale che in relazione alla natura. Venati di malinconia, equilibristi sospesi tra presenza narrativa ed evanescenza fisica, i suoi personaggi incarnano archetipi di un’umanità che si e ci interroga, con ironica determinazione, sull’identità, sulle dinamiche sociali e sulla condizione dell’uomo nel presente, in rapporto a un contesto ambientale, vegetale e animale selvaggio o, più spesso, già antropizzato. La crisi ecologica, il consumo del paesaggio tramite forme di agricoltura estensiva – ma anche il suo depotenziamento attraverso narrazioni stereotipate – la concezione romantica del rapporto tra l’uomo e la natura, il concetto di wilderness, l’uomo nella natura, la natura dell’uomo e la natura della Natura: tutto questo è parte di ciò che Deplazes trasforma in opere a un tempo critiche e oniriche, davanti alle quali la sensazione di disagio si accompagna all’empatia, a una percezione di familiarità con ciò che riconosciamo come intrinsecamente umano.

In occasione della mostra sarà pubblicato un libro che includerà una conversazione tra l’artista e Julian Denzler, curatore presso il Museum zu Allerheiligen di Schaffhausen, e testi di Anna Deplazes, ricercatrice senior e capo progetto per l’University Research Priority Programme Global Change and Biodiversity all’Università di Zurigo e del critico d’arte e curatore Davide Ferri.

Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente: giovedì e venerdì 14.30 /18.30, sabato e domenica 10.30/ 18.30. 

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