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Teatro

Premio Hystrio per Aldrovandi: «Un premio alla carriera... a 37 anni»

Giulia Bassi
Premio Hystrio per Aldrovandi: «Un premio alla carriera... a 37 anni»

Il drammaturgo di Reggio Emilia: «E l’anno prossimo uscirà il mio primo romanzo»

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Reggio Emilia L’appuntamento è già fissato per il 18 settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano, dove, nel corso della seconda edizione di Hystrio Festival, verranno consegnati i prestigiosi Premi Hystrio, giunti alla XXXII edizione. Uno di questi, il premio alla drammaturgia è andato ad Emanuele Aldrovandi.

I vincitori sono stati selezionati dalla rivista Hystrio con la direttrice Claudia Cannella e una quarantina di giornalisti e critici. «Non è un premio per un singolo spettacolo ma è assegnato in base al lavoro negli anni, come un riconoscimento “alla carriera”. Il fatto è che ho 37 anni e scrivo per il teatro da quando ne avevo dodici. Non sono così vecchio, sono “nel mezzo del cammin...” – sorride lo scrittore e drammaturgo reggiano –. A parte gli scherzi, fino ad ora ho scritto una dozzina di testi originali che con gli adattamenti e le traduzioni arrivano ad una ventina: su questi la giuria mi ha assegnato il premio. E proprio perché è sul complesso dei testi che ho firmato e non su uno solo, l’assegnazione di questo premio mi riempie di gioia».

A proposito ... a che punto si sente della carriera?

«Il mio percorso si va arricchendo sempre più. Dopo avere iniziato confrontandomi con registi come Serena Senigaglia (tra l’altro a lei è andato il premio Hystrio per le Supplici), Silvio Peroni o compagnie come Mamimò con i quali ho potuto vedere come i testi che scrivevo venivano interpretati, ultimamente mi sono messo a fare le regie ed è stata una svolta. Mi piace molto, penso sia un modo per controllare la creazione dello spettacolo e rendere omogenea la scrittura con la rappresentazione. È successo l’anno scorso con “L’estinzione della razza umana”, spettacolo realizzato con il Teatro Stabile di Torino che sta ancora girando: è stato un bell’esempio di un lavoro d’autore/ regista con un gruppo di attori bravissimi. Un altro spettacolo con la mia regia è andato in scena prodotto da I Teatri: “Dieci modi per morire felici”».

Soddisfatto di quest’ultimo spettacolo?

«Moltissimo. È stato un piacere a livello sentimentale, perché un mio spettacolo è stato prodotto dal teatro della mia città. È stato anche impegnativo in quanto erano coinvolti anche degli spettatori individuati con una call».

Lavori in corso?

«In corso ci sono produzioni internazionali. In questo mese è in scena il monologo “Isabel Green” al Festival di Avignone: è la storia di una grande attrice che va in crisi durante il discorso in occasione dell’assegnazione del premio Oscar; l’altro spettacolo è “Sorry if we didn’t die at Sea” (Scusate se non siamo morti in mare), da settembre, al Park Theater di Londra; mentre l’anno prossimo è in programma “Kamikazee” al Dramma nazionale di Rijeka, oltre a “Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro”, una coproduzione Ert, Teatro Stabile Torino e Teatro Carcano».

Dai titoli dei suoi testi si coglie una sorta di ambiguità tra comico e tragico.

«Posso dire che questa è una mia caratteristica da sempre. Si ride di cose che non dovrebbero fare ridere: è un approccio tipico degli scrittori di inizio millennio. A dimostrare che i generi sono superati: la realtà a volte è talmente difficile da decodificare che mescolare il comico e il tragico è il modo più facile per poterlo fare».

Recentemente si è anche dedicato al cinema firmando un “corto”.

«Sì, “Bataclan”, che è andato benissimo avendo vinto il Nastro d’Argento 2021, il più antico premio cinematografico italiano, oltre al Premio Rai Cinema al Festival di Roma. Recentemente con la mia casa di produzione romana ho firmato per il mio primo lungometraggio».

C’è dell’altro?

«L’anno prossimo uscirà per Einaudi il mio romanzo d’esordio. Così ho completato tutti i linguaggi con i quali vorrei misurarmi: il teatro, il cinema e il romanzo».

E poi insegna...

«Sì, alla Civica Scuola Paolo Grassi a Milano e alla Scuola Holden a Torino». 

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