Gazzetta di Reggio

5 e 6 ottobre

“Il Popolo giusto vuole la neve” in prima assoluta al Teatro Valli

“Il Popolo giusto vuole la neve” in prima assoluta al Teatro Valli

Oggi e domani (ore 18) va in scena l’opera su musica di Molino

04 ottobre 2024
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Reggio Emilia In un edificio nel cuore di Borgo Emilio, e precisamente al numero 13 di vicolo Venezia, su un’ormai illeggibile targa si legge la frase “il Popolo giusto vuole la neve”.

Da qui nasce l’opera, un ritratto della nostra città, su musica di Andrea Molino, che il Festival Aperto propone in prima assoluta oggi e domani pomeriggio (ore 18) sul palcoscenico del Teatro Valli.

«Il luogo dove avviene un evento sia parte integrante del contenuto narrativo dell’evento stesso. Fin dall’inizio delle mie conversazioni con la direzione artistica del Festival Aperto – spiega entrando nei dettagli Molino – mi è stato chiaro che ciò di cui mi volevo occupare era appunto il luogo stesso che mi avrebbe ospitato: la città di Reggio Emilia. Il titolo si riferisce naturalmente all’appassionante storia del Popolo giusto, che a mio avviso non è più conosciuta al di fuori della città solo perché, considerata problematica o comunque controversa, è stata più o meno coscientemente rimossa dalla narrativa ufficiale».

Al centro dello spettacolo sta la musica eseguita da tre musicisti di grande caratura come Simone Beneventi, Tiziano Bianchi, Mirco Ghirardini, ensemble AltreVoci e Paolo Simonazzi, insieme al cantastorie Stefano Enea Virgilio Raspini: con loro la troupe di ripresa formata da Alessandro Grisendi, Marco Noviello, Andrea Morselli, Andrea Mafrica; vi partecipano inoltre, cittadine e cittadini, e con l’apporto poetico di Pierluigi Tedeschi.

Per realizzare l’opera, Andrea Molino già dallo scorso aprile ha attraversato la città, dall’esterno verso il centro, toccando alcuni dei suoi luoghi più significativi.

«Le varie fasi di questo percorso – spiega lo stesso Molino – sono state concepite e composte in intima relazione con i diversi luoghi e situazioni della città, non in modo descrittivo ma essenzialmente “teatrale”, nel senso più ampio del termine. Borgo Emilio ne è forse il cuore, ma anche altri luoghi come la periferia multiculturale di via Turri, il grande capannone delle Officine Reggiane, il magnifico, inquietante Palazzo Masdoni e infine piazza Martiri e il Teatro Valli come punto di arrivo ci hanno permesso di disegnare un ritratto della città senza temerne la complessità e senza cercare di risolverne le contraddizioni».

Il linguaggio audiovisivo è qui un elemento compositivo e drammaturgico a tutti gli effetti; la videocamera diventa anch’essa uno strumento musicale e teatrale, affiancando con pari dignità voci e strumenti e offrendo loro appassionanti possibilità di articolazione della narrazione.

Le sequenze registrate nella prima fase del progetto costituiscono l’ossatura sulla quale si appoggia lo spettacolo dal vivo, che si intreccia con esse in uno stretto dialogo musicale e in un continuo rimando di relazioni teatrali e temporali.

Nella parte finale le immagini video e l’azione musicale dal vivo condividono lo stesso luogo, il Teatro Valli, che diventa quindi in qualche modo il portatore di tutte le storie raccontate lungo il percorso.

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