Gazzetta di Reggio

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Le indagini

Un’inchiesta sulla morte di Arianna, colpita dal cavallo al maneggio

Jacopo Della Porta

	Il procuratore capo di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci
Il procuratore capo di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci

La procura di Reggio Emilia sta anche approfondendo le normative che riguardano gli impianti dove si pratica sport

11 marzo 2024
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San Martino in Rio La procura di Reggio Emilia ha aperto un’inchiesta subito l’incidente, quando Arianna Giaroli era ancora in vita. La procura guidata da Calogero Gaetano Paci ora sta valutando la dinamica dell’incidente, alla luce delle testimonianze raccolte nel centro ippico “Il Vigneto” di San Martino in Rio e della relazione dei carabinieri.

La magistratura sta anche approfondendo le normative che riguardano gli impianti dove si pratica sport. Sono molti gli aspetti da verificare. Ad esempio, la presenza di un defibrillatore, obbligatorio per legge anche nei luoghi dove si svolgono attività dilettantistiche, dal luglio 2017. Arianna poco dopo essere stata trovata riversa a terra e priva di sensi, è stata sottoposta a massaggio cardiaco manualmente. La procura verificherà, dunque la presenza e l’efficienza del defibrillatore.

Le indagini dovranno chiarire se le misure di sicurezza adottate nel centro ippico sono sufficienti. Le norme Fise prevedono la presenza degli istruttori quando si pratica la disciplina e l’uso del casco quando si è in sella. La minorenne era temporaneamente sola e senza casco, ma non stava facendo lezione: portava invece l’animale a mano. Blu, questo il nome del cavallo, ha 23 anni e a quanto risulta non ha mai dato problemi. La Federazione, nel suo regolamento generale (Articolo 378 – Sicurezza del cavaliere) ricorda che «ogni cautela e prudenza dell’istruttore o tecnico non può comunque che limitare la pericolosità insita agli sport equestri».

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