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Prof revisionista al Moro, è scontro fra Cgil e il ministro Valditara

Alice Benatti
Prof revisionista al Moro, è scontro fra Cgil e il ministro Valditara

Il sindacato: «Il governo ha sdoganato i revisionismi pseudofascisti». Il commento su X del titolare dell’Istruzione nel governo Meloni

07 giugno 2024
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Reggio Emilia Il caso del liceo Moro è arrivato a Roma e precisamente sulla scrivania del ministro Valditara, che giovedì pomeriggio lo ha fatto sapere con un post su X (ex Twitter). Il titolare dell’Istruzione del governo Meloni, però, non è entrato nel merito della questione – la distribuzione in alcune classi, da parte di una docente di italiano, di volantini che negano la Resistenza e sconfessano gli obiettivi dell’Agenda2030 –, chiedendo, ad esempio, che si vada a fondo sull’accaduto riportato dalla Gazzetta, ma ha preferito “parare” il colpo inferto alcune ore prima dalla Cgil reggiana. Attraverso un comunicato diffuso online nel pomeriggio, infatti, il sindacato aveva affermato che in Italia, ormai ogni giorno, si verificano tentativi di riscrittura della storia da parte di una ben chiara parte politica attualmente al governo.

«Qualcuno sostiene – hanno scritto Cgil e Flc – che il fascismo non esista più ma la mentalità fascista, invece, appare evidentemente ancora ben radicata anche in ambiti impensabili come quelli rappresentati dalla scuola dove, apprendiamo da questo episodio, complice un clima favorevole, chi fino a poco tempo fa non avrebbe avuto l’ardire di professare revisionismi pseudofascisti oggi non ha più timore». Di fronte al post del ministro Valditara, non si è fatta attendere la reazione del numero uno della Cgil reggiana Cristian Sesena. «Aspettiamo con ansia gli interventi promessi a difesa della Costituzione Repubblicana – le parole del Segretario sulla sua pagina Facebook –, non possiamo però non notare come il nostro ministro dell’Istruzione continui ad avere vistosi problemi nella costruzione delle frasi perché di fianco a “Costituzione repubblicana” mancano le parole “antifascista” e “nata dalla Resistenza”». «Le uniche offese che vedo – ha rincarato – sono quelle verso l’intelligenza delle persone, degli studenti e degli insegnanti, ma, con buona pace di chi scambia la libertà di parola con la libertà di dire ogni sorta di stupidaggine, caro #Valditara, noi continuiamo a resistere».

Nella nota che ha fatto scattare il ministro, la Cgil, va detto, ha speso parole anche per i ragazzi e, più in generale, per la scuola. «Gli studenti del liceo Moro con la loro incredulità e indignazione costituiscono uno spiraglio di resistenza che, ancora oggi, nelle nuove forme della nostra attualità sta a dimostrare che, come sostiene Massimo Baldacci (noto pedagogista, ndr), “la vera educazione non è neutrale, presuppone sempre la scelta di un orizzonte di valori”. Per salvare questa scuola, per non disperdere l’indignazione di questi studenti, auspichiamo e chiediamo che la dirigenza scolastica e il Provveditorato agli studi prendano una posizione chiara e assumano i conseguenti provvedimenti nei confronti di chi dovrebbe presiedere allo sviluppo intellettuale dei ragazzi e invece ha abusato del proprio ruolo educativo a favore di disvalori contrari ai principi sanciti dalla nostra Costituzione antifascista».

Giovedì a intervenire è stata anche la politica, a cominciare dal candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Marco Massari, che ha definito inaccettabile quanto accaduto: «Il fatto che questo avvenga a Reggio Emilia, città medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza, aggiunge l’arroganza e la mancanza di rispetto verso i tanti concittadini che hanno lottato e sono morti per avere una società libera, democratica e giusta». «Il ruolo dell'insegnante è delicato e importantissimo – ha poi sottolineato – non possiamo tollerare che i nostri ragazzi apprendano la storia da complottisti e revisionisti». Un altro candidato sindaco, Gianni Tasselli (REagire), in una nota congiunta con il candidato consigliere comunale della sua lista Andrea Damiano, chiede «che tale docente sia sospesa e denunciata poiché a causa di questa tipologia di idee fallaci e false si mistifica il significato di una grande impresa come fu quella della Resistenza partigiana».l