Gazzetta di Reggio

Reggio

L’inchiesta

Usura ed estorsioni, tre arresti della Guardia di Finanza a Reggio Emilia

Usura ed estorsioni, tre arresti della Guardia di Finanza a Reggio Emilia

Sviluppo dell’indagine Minefield: i tre erano già stati colpiti da custodia cautelare a febbraio

17 agosto 2024
2 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Usura ed estorsione aggravata. Con questa accusa sono finite in manette tre persone a Reggio Emilia, arrestate dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura diretta da Calogero Gaetano Paci.  E' la coda dell'operazione Minefield condotta nel febbraio scorso, che portò all'arresto di 12 persone, scoperchiando un'associazione a delinquere costituita da soggetti originari di Cutro, professionisti calabresi e campani, reggiani e altri di origine pugliese, della provincia di Foggia.

Attraverso un reticolo di società, e grazie al meccanismo delle false fatture e del riciclaggio, il sodalizio gestiva un giro d'affari di oltre 30 milioni di euro nel settore dei servizi, ricorda la Gdf, come pulizie, cantieristica e manodopera, in ambienti contigui alla criminalità organizzata.

I tre soggetti, già ai vertici di quella organizzazione, sono dunque finiti ancora una volta in custodia cautelare, stavolta in carcere, per aver sollecitato la riscossione illecita del denaro derivante dalle azioni illegali già messe in campo in precedenza, violando il divieto di comunicazione loro imposto durante gli arresti domiciliari a cui erano già sottoposti. Si tratta in particolare di due uomini di origine calabrese, per i quali "lavoravano” con estorsioni e minacce altre tre persone, che a loro volta sono state fermate lo scorso 10 agosto a seguito delle dichiarazioni di un imprenditore campano.

L'uomo aveva infatti riferito agli inquirenti di essere stato inserito in un meccanismo criminale e di aver subito diverse richieste di denaro, sia a carattere estorsivo sia usurario. Le minacce più gravi sarebbero arrivate da un giovane calabrese, figlio di un condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso nel processo Aemilia

Il terzo arrestato è  un noto imprenditore locale, che al momento del fermo si trovava in provincia di Taranto, a sua volta già colpito nell'ambito dell'operazione Minefield per reati tributari legati all'utilizzo e all'emissione di fatture per operazioni inesistenti. L'uomo questa volta è accusato di usura ed estorsione aggravata, avendo peraltro riscosso crediti di importo elevato ai danni dell'imprenditore campano, in difficoltà economiche, che è stato anche oggetto di minacce e violenze.

La Guardia di Finanza ci tiene a sottolineare «l'importanza dell'azione 'capillare e chirurgica' posta in essere a contrasto della criminalità organizzata ed economico-finanziaria e diretta

a impedire l'ingresso, sotto qualsiasi forma, degli interessi criminali nell'economia legale e a salvaguardare la correttezza del mercato e il rispetto della concorrenza leale, a tutela del

rapporto di fiducia tra cittadini e Stato».