Gazzetta di Reggio

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Il caso

Un garage occupato teatro della violenza sessuale a una ventenne

Ambra Prati
Un garage occupato teatro della violenza sessuale a una ventenne

Le indagini della polizia vanno avanti: la giovane accusa quattro uomini che vivono ai margini

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Reggio Emilia Teatro della violenza sessuale, riferita da una giovane di origine nigeriana poco più che ventenne, è stato un garage occupato abusivamente nei dintorni di via Melato, nella zona della piscina comunale, dove un gruppo di senzatetto trovava rifugio per la notte. Questo l’elemento emerso dai primi riscontri sulla terribile violenza, che per il resto rimane avvolta in parecchi coni d’ombra. L’episodio risale a venerdì 27 dicembre, ma è trapelato di recente.

Pare che quella notte la ragazza sia stata vista girovagare per strada sotto choc e in condizioni pietose, chiedendo aiuto. A una pattuglia della polizia, arrivata sul posto, la ventenne ha raccontato di essere stata stuprata da quattro connazionali, che avrebbero abusato di lei senza pietà: e avrebbe fatto pure alcuni nomi, visto che conosceva i suoi aguzzini. Erano compagni, per così dire, di sventura: la giovane non ha un domicilio, vive di espedienti e quella notte, per trovare riparo dal freddo, si sarebbe unita al gruppo di connazionali per condividere un giaciglio improvvisato e abusivo nel garage. Lì, per cause che rimangono oscure, gli uomini se la sarebbero presa con l’unica donna presente. A riprova che le occupazioni abusive possono essere un terreno fertile per episodi di violenza che si può scatenare in un quadro d’illegalità. La ventenne, tuttora ricoverata al Santa Maria Nuova, potrà essere dimessa a breve. E a quel punto sarà interrogata dai poliziotti della Squadra Mobile, che in questi giorni hanno identificato i presunti responsabili, senza però procedere: prima occorre stabilire con certezza l’accaduto. Tra l’altro proprio alcuni dei connazionali rintracciati dagli inquirenti hanno negato con forza l’accusa, a loro avviso ingiusta: secondo una prima versione degli uomini la ragazza sarebbe una prostituta, che avrebbe accettato la prestazione a pagamento. Un particolare tutto da verificare e che, in ogni caso, non giustifica il sopruso fisico e la sottomissione della volontà altrui. Sicuramente il contesto che fa da sfondo a questa vicenda è di estrema marginalità: i protagonisti sono persone non inserite nel contesto sociale. Perciò l’indagine necessita di approfondimenti accurati, prima di poter tirare le fila. © RIPRODUZIONE RISERVATA