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Il decalogo per curare il centro storico: ecco i “Dieci punti per la sicurezza” secondo Fratelli d’Italia

Ambra Prati
Il decalogo per curare il centro storico: ecco i “Dieci punti per la sicurezza” secondo Fratelli d’Italia

Il gruppo di minoranza ha presentato ieri, lunedì 16 giugno, diverse proposte per contrastare «il degrado urbano della nostra città»

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Reggio Emilia «Serve una riorganizzazione della polizia locale, che può fare molto di più sul fronte del degrado urbano e della sicurezza del centro storico. Sulla polizia locale il sindaco può fare la differenza: occorre però quella volontà politica che finora non c’è stata». Così Alessandro Aragona, presidente provinciale di Fratelli d’Italia, ha presentato insieme all’intero partito - Letizia Davoli, Lorenzo Melioli, Cristian Paglialonga, Mattia Marziani e Ivaldo Casali - il decalogo per curare il centro storico, «malato terminale e oltraggiato sabato scorso dal gruppo di maranza che hanno gettato petardi girandole in mezzo alle persone sedute tranquillamente nelle distese seminando il panico in piazza Fontanesi».

L’ultimo episodio di bande di ragazzini, sempre i soliti, che spadroneggiano nell’esagono. Si intitolano "Dieci punti per la sicurezza" le proposte della minoranza, schierata e polemica avverso le dichiarazioni del sindaco Marco Massari. Il decalogo è nato, spiegano i consiglieri, «dalla costante interlocuzione con le forze dell’ordine, le associazioni di categoria e i residenti, per venire incontro alle loro esigenze», in parte riprendendo mozioni e interpellanze che sono già state «bocciate dal consiglio comunale come se fossimo dei visionari: ora all’improvviso ci si sveglia e ci rende conto che c’è un problema di insicurezza?».

I dieci punti

Si va dalla realizzazione del comando di polizia locale, «anziché in viale IV Novembre, al parco dell’Innovazione al Tecnopolo, punto strategico vicino al Campovolo, al casello, alla stazione»; l’assunzione immediata di 30 agenti di polizia locale («ogni provincia deve chiedere alla Regione di quanti agenti ha bisogno: possibile che, mentre Parma e Modena ne hanno chiesti 30, Reggio ne abbia domandati 3?»); l’istituzione di un presidio mobile della polizia locale in centro storico, il che significa «una pattuglia, presente h24 sui tre turni e formata da almeno 5-6 agenti»; raddoppio delle unità di polizia locale in via Turri, «dove le pattuglie formate da due persone sono insufficienti e dove gli agenti potrebbero riutilizzare la sede del depennato posto di polizia»; la dotazione del taser per tutte le pattuglie di polizia locale, «per ovvia autotutela»; un’unità cinofila permanente per il nucleo di polizia giudiziaria, poiché «prendere in prestito il cane poliziotto prima dall’Appennino e poi dalla Bassa non solo riduce gli interventi a venti all’anno, in una piazza di spaccio consistente come quella reggiana, ma costa di più di un’unità cinofila propria»; servizi di controllo in abiti borghesi soprattutto in funzione anti baby gang, «solo così gli agenti potranno conoscere i responsabili e il territorio»; rafforzamento dei servizi interforze con carabinieri e polizia; intensificazione dei passaggi di controllo nelle aeree e negli orari più a rischio, «come ad esempio nell’orario di chiusura dei negozi»; implementazione di tecnologie avanzate supportate dall’AI o perlomeno dagli Ocr (i varchi che verificano le targhe), visto che «le telecamere che abbiamo sono obsolete, l’ultimo acquisto da 120mila euro riguardava un modello del 2014».

Perché insistere sulla polizia locale? «Sia chiaro: non è una critica al corpo, noi siamo con le forze dell’ordine e abbiamo apprezzato le parole del prefetto Maria Rita Cocciufa - ha risposto Aragona -. A nostro avviso la polizia locale, che dipende direttamente dalle direttive della giunta, potrebbe essere impiegata diversamente, per essere più vicina alle esigenze dei cittadini. Alcune delle nostre proposte sarebbero attuabili già domani; alcune città emiliane lo hanno fatto. Come partito politico, crediamo nell’onere di raccontare una città diversa e migliore: è un peccato che si debba aspettare i maranza di piazza Fontanesi per sentire la voce della politica». © RIPRODUZIONE RISERVATA