Via Emilia, rapine all’alba tra incidenti e aggressioni: condannati i ventenni che picchiarono gli automobilisti per rubare le auto
Reggio Emilia: prima provocarono un incidente, poi fuggirono senza prestare soccorso rapinando un’auto i conducenti di passaggio
Reggio Emilia Sono stati condannati in rito abbreviato (quindi con lo sconto di un terzo sulla pena) i rapinatori ventenni della via Emilia che, all’alba di una notte brava, hanno terrorizzato gli automobilisti di passaggio aggredendoli per impossessarsi del loro veicolo. Al termine di una lunga discussione durata oltre quattro ore, il giudice per l’udienza preliminare Matteo Gambarati in un articolato dispositivo ha riqualificato il secondo episodio in tentata rapina e ha distinto le posizioni: Krios Omeri, pregiudicato di origini albanesi, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi (il pm Maria Rita Pantani ha chiesto 8 anni) per tutti i reati messi in continuazione (rapina pluriaggravata, tentata rapina, lesioni personali, ricettazione, omissione di soccorso e guida senza patente). Il coetaneo Riccardo Pasini, residente a Parma e incensurato, è stato assolto dalla ricettazione e condannato a 2 anni e 7 mesi per gli altri reati (esclusi quelli stradali, visto che guidava l’altro), a fronte di una richiesta dell’accusa di 5 anni e 4 mesi; per lui il giudice ha riconosciuto «il contributo di minima importanza» nella tentata rapina. Delle tre aggravanti (l’aver commesso il fatto in più persone, in orario notturno e travisati) è rimasta in piedi solo la prima. Un dettaglio di peso, poiché implica che i giovani, quando la pena diventerà definitiva, dovranno effettivamente andare in carcere.
Le imprese dei due hanno causato un elevato allarme sociale. Alle 5 del mattino del 9 ottobre 2024, dopo aver trascorso la serata in un locale di Corte Tegge, i coetanei a bordo di una Fiat Punto (risultata rubata l’8 luglio) a causa di un tentativo di sorpasso azzardato hanno provocato un incidente in via Marx; senza prestare soccorso al conducente di una Fiat Idea, rimasto ferito con una prognosi sette giorni, poiché la loro Punto non era più in grado di marciare l’hanno abbandonata e si sono messi a camminare a bordo strada. Da qui l’idea di impossessarsi di un’auto di passaggio. Il primo episodio è avvenuto vicino alla rotonda all’ingresso della città, dove stava transitando un uomo su una Daihatsu: uno gli ha aperto la portiera con fare minaccioso («scendi fra’»), l’altro ha sferrato un pugno sul vetro. Il malcapitato è sceso e i complici sono sgommati via. Devono averci preso gusto, perché pur avendo ottenuto la Daihatsu i due si sono diretti verso il centro. Al semaforo davanti al Conad di via Fratelli Cervi il secondo assalto: i ventenni si sono messi in mezzo alla strada e hanno fermato la Fiat Panda di una 44enne che andava al lavoro: «Scendi, scendi, che non ti facciamo nulla...». L’hanno tirata fuori e scaraventata a terra per poi sferrarle calci, ma lei si è aggrappata al volante facendo deviare l’utilitaria che è andata a sbattere contro un muretto. Invertita la marcia verso Parma, gli aggressori sono scappati sulla Daihatsu. Dopo un’indagine basata soprattutto sulle telecamere, il 22 ottobre sono stati arrestati; da allora sono rimasti ai domiciliari. Nel processo gli automobilisti non si sono costituiti parte civile. «Il giudice ha riconosciuto il buon comportamento processuale di Omeri – hanno detto gli avvocati difensori Francesco Cupello e Marcello Fornaciari – Impugneremo perché riteniamo che l’aggravante non sussista». Pasini, secondo l’avvocato Massimiliano Primiterra, «avrà diritto ai benefici di legge». l © RIPRODUZIONE RISERVATA